Gli Stati Uniti sono spesso pionieri dell’innovazione in tantissimi ambiti industriali ed economici: il crowdfunding è uno di questi. Nel nostro artikel over de geschiedenis van crowdfunding abbiamo ripercorso le tracce di ancestrali forme di crowdfunding che si possono riconoscere nella storia in diversi Paesi del mondo. Uno di questi sono gli USA, ed è proprio qui che fu coniato nel 2006 il termine crowdfunding: Michael Sullivan lo utilizzò per distinguere la raccolta di fondi online da quelle tradizionali offline (fondsenwerving) in occasione del lancio del portale Fundavlog, dedicato al finanziamento di videoblog.
In questo articolo raccontiamo il crowdfunding negli USA dalle origini a oggi, analizzando numeri e tendenze, osservando il quadro normativo e proponendo un confronto con il crowdfunding in Europa.
Un po’ di storia: le origini del crowdfunding in USA
Le radici del crowdfunding negli USA affondano più lontano di quel 2006 appena citato: nel 1884, una campagna di raccolta fondi lanciata dall’editore Joseph Pulitzer sul suo giornale “The World” permise la costruzione del piedistallo della Statua della Libertà. Oltre 120.000 persone in tutti gli Stati Uniti, di ogni estrazione sociale, contribuirono con donazioni che insieme arrivarono a superare i 100.000 dollari, dimostrando un forte spirito di finanziamento collettivo.
In seguito la prima, vera piattaforma di crowdfunding negli Stati Uniti fu ArtistShare, che comparve nel 2000. Il crowdfunding basato sul debito (o peer-to-peer lending) emerse poi nel 2006 con il lancio di piattaforme come Lending Club e Prosper.com. Successivamente, piattaforme come Indiegogo (gennaio 2008) e Kickstarter (aprile 2009) hanno contribuito a rendere il crowdfunding un’opzione di finanziamento sempre più popolare, inizialmente per progetti artistici e creativi, poi per iniziative imprenditoriali di tutti i generi.
La diffusione del crowdfunding come importante fonte di finanziamento negli USA si è verificata tra il 2009 e il 2011, quando la raccolta di capitali è triplicata: da 530 milioni di dollari a 1,5 miliardi di dollari.
Un punto di svolta significativo per il crowdfunding negli USA è stato l’approvazione del Jumpstart Our Business Startups (JOBS) Act da parte del presidente Obama nell’aprile 2012. Questa legge ha immediatamente legalizzato l’equity crowdfunding e rimosso il divieto di sollecitazione generale all’investimento per investitori accreditati, facilitando l’accesso al capitale per le piccole imprese. Nello stesso anno, Fundable ha lanciato la prima piattaforma di crowdfunding specificamente orientata alle imprese. Un altro passaggio cruciale fu l’entrata in vigore della sezione Regulation Crowdfunding del Jobs Act, nel 2016, che ha permesso per la prima volta anche a investitori non accreditati di partecipare a round di finanziamento online.
Da allora, il settore ha continuato a crescere e a diversificarsi, diventando un pilastro fondamentale dell’ecosistema finanziario alternativo alle fonti di finanziamento tradizionali.
Le dimensioni del mercato del crowdfunding USA
Non esistono dati ufficiali sul mercato del crowdfunding in USA, bensì tante ricerche indipendenti che utilizzano criteri molto diversi per analizzare il fenomeno. Risulta difficile, quindi, fornire dei numeri attendibili, soprattutto per il lending crowdfunding, perché la definizione stessa di lending crowdfunding che utilizziamo in Europa non è la stessa adottata in USA né la stessa utilizzata in tutti gli studi sul tema.
Si passa da chi parla di un mercato da circa 70 miliardi di dollari, come il Cambridge Centre for Alternative Finance, che include diverse forme di finanziamenti a debito, a chi lo circoscrive a solo 1-2 miliardi di dollari, includendo solo il p2p lending “puro” tra privati.
Per l’equity crowdfunding è solo in parte più facile: la maggior parte delle stime indica quasi 1 miliardo di dollari se si sommano le operazioni in Reg CF e quelle in Reg A+.
Possiamo affermare con certezza soltanto che il Nord America nel suo complesso copre una quota dominante del mercato globale del crowdfunding, e gli Stati Uniti sono responsabili della più larga parte di questa quota.
Equity Crowdfunding in USA
Due regolamentazioni chiave definiscono il panorama equity crowdfunding negli Stati Uniti:
- Regulation Crowdfunding (Reg CF): questa regolamentazione consente alle aziende idonee di raccogliere un importo massimo aggregato di 5 milioni di dollari in un periodo di 12 mesi da investitori sia accreditati che non accreditati, attraverso piattaforme online.
- Regulation A+ (Reg A): questa regolamentazione offre la possibilità alle aziende statunitensi che rispettano determinati requisiti di raccogliere somme maggiori, fino a 75 milioni di dollari in un periodo di 12 mesi. Si articola in due livelli: il Tier 1 (fino a 20 milioni di dollari) e il Tier 2 (fino a 75 milioni di dollari). Il Tier 2 comporta requisiti più stringenti, ma offre il vantaggio di semplificare la raccolta di capitali attraverso Stati diversi.
La presenza di questi distinti livelli normativi per l’equity crowdfunding influenza direttamente la scala del capitale che le aziende possono raccogliere e la fase di sviluppo aziendale che può utilizzare efficacemente ciascuna regolamentazione.
Reg CF è adatta per il finanziamento iniziale e di avviamento, mentre Reg A+ facilita la raccolta di capitale per la crescita su larga scala. Questa architettura normativa consente un percorso progressivo per le aziende che cercano capitale tramite crowdfunding, permettendo loro di iniziare in piccolo, validare il proprio modello di business e poi scalare la raccolta di capitali man mano che crescono, senza dover necessariamente perseguire immediatamente il capitale di rischio tradizionale o le IPO. Ciò contribuisce alla flessibilità e alla profondità complessiva del mercato statunitense dell’equity crowdfunding.
Per gli investitori non accreditati, i limiti di investimento sono basati sul loro reddito annuale e sul patrimonio netto:
- se il reddito annuale o il patrimonio netto è inferiore a 124.000 dollari, il limite di investimento è il maggiore tra 2.500 dollari o il 5% del maggiore tra il reddito annuale o il patrimonio netto
- se sia il reddito annuale che il patrimonio netto sono pari o superiori a 124.000 dollari, il limite è il 10% del maggiore tra il reddito annuale o il patrimonio netto, con un tetto massimo di 124.000 dollari.
Tutte le campagne Reg CF avvengono su portali regolamentati, con obbligo per l’emittente di redigere il Form C contenente informazioni societarie, business plan, bilanci verificati per offerte sopra determinate soglie ecc. Gli investitori beneficiano di un diritto di recesso (entro 48 ore dalla chiusura) e la rivendita dei titoli è soggetta a restrizioni (lock-up di 1 anno).
Solo dal 2021 è consentito l’uso di SPV per aggregare gli investitori (riducendo l’affollamento a libro soci). Inoltre, stanno emergendo mercati secondari per titoli crowdfunding che mirano ad avvicinare il crowdfunding a forme di investimento più liquide e appetibili anche per investitori sofisticati – un obiettivo cruciale anche per l’Europa.
VEILIG
De SAFE (Simple Agreement for Future Equity) è uno strumento contrattuale nato negli Stati Uniti nel 2013 grazie a Y Combinator, pensato per semplificare la raccolta di capitali in fase early-stage.
Con un SAFE, l’investitore versa capitale oggi in cambio del diritto di ricevere quote o azioni in futuro, generalmente al verificarsi di un evento di raccolta successivo (round di equity) o di una exit. Non prevede interessi, scadenze o obblighi di rimborso come il debito, né attribuisce diritti di voto immediati come l’equity diretto.
In crowdfunding equity USA, in particolare sotto Reg CF, i SAFE sono molto diffusi perché:
- riducono i costi legali e la complessità rispetto a un aumento di capitale immediato;
- permettono di rinviare la valutazione ufficiale della società a un round futuro;
- si adattano bene a round con molti piccoli investitori, evitando di modificare subito la cap table.
Ma il SAFE consente anche di realizzare modelli di crowdfunding basati su royalties o condivisione dei ricavi: gli investitori forniscono capitale iniziale in cambio di una percentuale delle future vendite o dei ricavi dell’azienda o di una specifica business unit o di un singolo progetto, senza ottenere equity o diritti di voto.
Questa flessibilità, unita alla familiarità degli investitori americani con lo strumento, ha reso il SAFE lo standard di fatto per molte campagne di crowdfunding negli USA.
In Italia si può ottenere una simile flessibilità con gli Participatieve financiële instrumenten.
Piattaforme USA
Le offerte di crowdfunding negli Stati Uniti possono essere condotte esclusivamente tramite piattaforme online registrate presso la SEC o portali di finanziamento membri della FINRA.
Il mercato USA è servito da oltre 100 piattaforme di crowdfunding, di cui 20 costantemente attive negli anni. I primi due operatori sono Wefunder e StartEngine. Seguono piattaforme come DealMaker, Republic, SeedInvest, Netcapital, Equifund.
Anche negli Stati Uniti si sono diffusi, negli anni, portali specializzati nell’ambito real estate come Fundrise e CrowdStreet.
Offerenti e investitori
Il profilo tipico delle imprese che ricorrono all’equity crowdfunding negli USA include startup e piccole imprese in fase iniziale o di crescita.
Grazie alla regolamentazione Reg CF, molte di queste società sono early-stage che coinvolgono la propria community di clienti come investitori.
I settori industriali dominanti nel crowdfunding USA zijn:
- Tecnologia
- Food & Beverage
- Healthcare
- Immobiliare
Altri settori degni di nota includono l’intrattenimento, i prodotti di consumo, la moda e l’arte.
La maggior parte degli investitori, invece, sono privati non accreditati (piccoli risparmiatori) attratti dalla possibilità di investire piccole somme in startup promettenti grazie alla Reg CF. Sono però in aumento gli investitori istituzionali, soprattutto nel crowdfunding voor onroerend goed.
La fascia di età più rappresentata tra gli investitori è quella fra i 30 e i 40 anni.
Lending crowdfunding negli Stati Uniti
Il crowdfunding basato sul debito rappresenta probabilmente la quota di mercato più elevata del complesso del crowdfunding USA, grazie alle sue molteplici declinazioni.
Come è successo anche in Italia, il segmento P2P consumer lending USA ha toccato il picco intorno al 2016–2017, dopodiché ha visto una progressiva istituzionalizzazione: investitori istituzionali e fondi hanno iniziato a occupare o acquistare le piattaforme dedicate a questo tipo di prestiti, riducendo il ruolo del “piccolo investitore” retail.
De lending crowdfunding di tipo business, invece, ha continuato a crescere soprattutto tra le PMI e in ambito real estate.
Un’altra somiglianza con l’Italia riguarda la normativa: il lending crowdfunding negli USA non rientra sotto un unico e chiaro framework come l’equity crowdfunding ed è sottoposto a una regolamentazione piuttosto frammentaria, analogamente a quanto succedeva in Italia prima del Regolamento ECSP.
La tendenza è quella di un’ispirazione sempre più istituzionale per il lending crowdfunding, che sembra limitare l’accesso diretto a questo tipo di crowdinvesting per gli investitori retail.
Inizialmente, invece, erano stati proprio i piccoli investitori ad animare il successo del prestito collettivo online, attirati da tassi di interesse decisamente interessanti.
Reward crowdfunding USA
Gli Stati Uniti sono leader nell’ambito del reward crowdfunding, sia storicamente sia nel presente. Dopo la crescita esplosiva dei primi anni 2010, il tasso di crescita ha rallentato. Ciò è dovuto in parte alla concorrenza di nuove forme di pre-order e marketing diretto (per esempio, alcune startup ormai preferiscono lanciare prodotti direttamente tramite i propri siti), in parte alla mancanza di tutele e all’elevato numero di fallimenti che ancora caratterizza le campagne di reward crowdfunding a causa della mancanza di una selezione all’ingresso: ne abbiamo parlato nel nostro artikel over crowdfundingplatforms voor beloningen.
Kickstarter e Indiegogo sono state le piattaforme pioniere e ancora oggi si posizionano in cima alle classifiche nel loro settore, non solo negli USA ma anche nel mondo.
Al 2025, Kickstarter ha ricevuto complessivamente circa 8,71 miliardi di dollari da oltre 24 milioni di sostenitori, finanziando più di 277.000 progetti. Dal punto di vista geografico, il pubblico è internazionale, anche se circa il 40% dei backer di Kickstarter proviene dagli USA stessi.
Le campagne di maggior successo sono relative a gadget tecnologici, giochi da tavolo, dispositivi tech innovativi, e riescono a raccogliere anche milioni di dollari ciascuna, ma la maggior parte dei progetti rimane di piccola scala (la campagna media raccoglie attorno ai 10.000 dollari).
Accanto a questi leader, esistono numerose piattaforme specializzate per il reward crowdfunding in nicchie particolari (per es. musica, editoria, cinema ecc.).
Real estate crowdfunding negli Stati Uniti
Il mercato del crowdfunding immobiliare negli Stati Uniti è estremamente eterogeneo. Le operazioni più frequenti includono:
- Equity: partecipazione diretta o tramite fondi.
- Lending: prestiti immobiliari brevi a tassi fissi (molto diffusi in ambito residenziale).
- eREIT / fondi digitali: veicoli che raccolgono capitali per investimenti in portafogli immobiliari diversificati.
- Fractional ownership: piattaforme come Arrived Homes permettono di acquistare quote di singoli immobili residenziali e ricevere redditi da affitto a partire da importi minimi.
Il report realizzato da Polimi e Walliance sul real estate crowdfunding negli USA stima un mercato allargato (cioè comprendente anche gli investimenti istituzionali) di circa 25 miliardi di dollari nel 2023.
Negli Stati Uniti molto più che in Europa, stanno emergendo anche piattaforme immobiliari tokenizzate, che utilizzano la tecnologia blockchain per dividere la proprietà immobiliare in token digitali, facilitando la compravendita di quote frazionarie.
Trend emergenti nel crowdfunding USA
Possiamo individuare quattro principali tendenze che stanno plasmando il futuro del crowdfunding statunitense:
- Aumento dei limiti e round più grandi: l’aumento regolamentare del tetto di raccolta per l’equity crowdfunding ha attirato sul mercato aziende più mature e prodotto round più significativi. Alcune società hanno sfruttato la possibilità di combinare più tipologie di raccolta contemporaneamente. Questa scalabilità ha reso il crowdfunding una fonte di finanziamento rilevante anche per aziende in fase scale-up o mature.
- Maggior coinvolgimento istituzionale e professionale: se il crowdfunding in USA era nato come regno dei piccoli investitori retail, oggi attira anche attori professionali come venture capital, business angel, fondi e addirittura banche. Questa ibridazione potrebbe aumentare la credibilità del settore ma pone la sfida di mantenere la natura “crowd” del crowdfunding. Crescono anche le forme di complementarietà, ovvero startup che si finanziano con il crowdfunding e così facendo attirano l’attenzione di business angel o venture capital.
- Innovazioni tecnologiche: come già accennato, negli USA si osserva la sperimentazione di blockchain crowdfunding, con emissione di veiligheidskenning che rappresentano equity o share di asset, scambiabili su piattaforme digitali, e l’integrazione di smart contract nel modello crowdfunding. Sebbene questo sotto-settore sia ancora di nicchia e soggetto a incertezze regolatorie, rappresenta una probabile evoluzione da tenere in considerazione, come abbiamo evidenziato anche nel nostro articolo sul futuro del crowdfunding. Alcune campagne di equity crowdfunding tradizionale, inoltre, hanno iniziato ad accettare investimenti in criptovalute.
L’intelligenza artificiale, in secondo luogo, è sempre più utilizzata per prevedere i risultati delle campagne sia in fase di selezione (per le piattaforme) sia in fase live campaign (per gli investitori) analizzando il pitch, i dati economico-finanziari, la velocità delle attività di marketing e il sentiment del pubblico.
- Consolidamento e maturazione del mercato: Con la crescita del settore si assiste a fenomeni di consolidamento come fusioni e acquisizioni tra piattaforme. Ciò suggerisce che il settore USA si stia concentrando intorno a pochi hub principali, man mano che aumenta la competizione e la necessità di economie di scala. Lo stesso fenomeno stiamo riscontrando anche in Europa.
USA vs UE: macro differenze
- Il mercato USA del crowdfunding è molto più ampio di quello europeo. Beneficia di una base di investitori retail molto vasta e di un forte spirito imprenditoriale diffuso. In Europa, la barriera linguistica e la preferenza per investimenti locali hanno finora limitato spesso la scala delle campagne, ma il Regolamento ECSP dovrebbe favorire, in futuro, l’abbattimento dei confini e l’inglese è già la lingua franca della finanza alternativa.
Ma non è solo questo il punto: tradizionalmente, gli investitori retail americani sono più avvezzi al rischio, anche spinti da decenni di cultura del mercato azionario diffusa. In Europa, l’approccio è tendenzialmente più prudente (lo è più che mai in Italia).
- Negli USA sono protagonisti i settori tech e consumer nell’equity crowdfunding e dal punto di vista della forma d’impresa dominano le startup, spesso spinte dagli stessi acceleratori a dedicarsi al crowdfunding.
In Europa c’è una percentuale maggiore di PMI tradizionali che raccolgono fondi e sono più numerosi i progetti legati a hernieuwbare energieën e onroerend goed (specie in forma lending). C’è anche una vena più sociale in alcune piattaforme europee che si sono specializzate in raccolte di capitali a favore di progetti di sostenibilità ambientale o di intervento in realtà sociali disagiate, cosa meno comune nei portali USA.
- In USA la regolamentazione è più flessibile e consente raccolte di capitali con soglie massime più alte (i 75 milioni di dollari della Reg A+) rispetto all’Unione Europea (con il suo tetto massimo di 5 milioni di dollari all’anno).
D’altra parte, in USA ci sono limiti più stringenti per gli investitori retail rispetto all’Unione Europea, che impone test di valutazione ma non soglie di sbarramento precise in base al reddito.