De rentepercentage nel lending crowdfunding è un elemento cruciale sia per la strategia e l’equilibrio finanziario della società che vuole raccogliere capitali, sia per le decisioni degli investitori.
Non è un semplice dettaglio tecnico: da un lato, costituisce l’incentivo che attrae gli investitori; dall’altro, determina il costo effettivo del capitale per l’impresa.
Definire un tasso corretto, per il portale di crowdfunding che ospita l’operazione, significa trovare un equilibrio delicato: abbastanza alto da rendere l’investimento appetibile, ma non eccessivo da risultare inaccettabile per la società offerente.
Laten we ontdekken come viene calcolato il tasso di interesse nel lending crowdfunding, quale margine di discrezionalità hanno le piattaforme che lo determinano, perché è un elemento decisivo per il successo di una campagna e come le imprese dovrebbero integrarlo nella propria strategia di raccolta capitali.
Comprendere come viene calcolato questo tasso per le imprese è utile a preparare al meglio la candidatura in vista della selectie, ma permette anche di valutare la competitività e la trasparenza di ogni piattaforma.
Cos’è il tasso di interesse nel lending crowdfunding
Nel lending crowdfunding, il tasso di interesse rappresenta il rendimento che gli investitori ricevono per aver prestato capitale all’impresa offerente. In altre parole, è il prezzo del denaro che l’azienda si impegna a restituire oltre al capitale raccolto, in una serie di rate definite dal piano di ammortamento oppure in un’unica rata finale.
Rispetto a un prestito bancario tradizionale, la dinamica è diversa:
- non c’è un unico istituto di credito, ma una pluralità di soggetti che finanziano il progetto con piccole o grandi somme;
- il rischio del prestito viene distribuito tra più investitori;
- le condizioni non sono fissate unilateralmente da una banca, ma stabilite dalla piattaforma che funge da intermediario autorizzato e vigilato e utilizza criteri standard uniti a criteri propri.
Per l’impresa, quindi, il tasso di interesse è sia un costo finanziario sia un indicatore della percezione di affidabilità che il mercato attribuisce al suo progetto.
Tra gli aspetti fondamentali del ECSP-Verordening rientrano la trasparenza e la tutela degli investitori: le piattaforme devono fornire informazioni chiare sui tassi applicati, sui criteri di selezione dei progetti e sui rischi associati.
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Come viene calcolato il tasso di interesse
De tasso di interesse nel lending crowdfunding viene stabilito sulla base di un processo di valutazione che combina parametri oggettivi e modelli di analisi interni alle piattaforme.
I principali criteri considerati sono:
- Merito creditizio dell’impresa: analisi di bilancio, flussi di cassa, posizione debitoria e storico creditizio. Più solida è la situazione finanziaria, minore sarà il tasso richiesto.
- Durata del prestito: prestiti a lungo termine comportano rischi maggiori e quindi tassi più alti, perché un orizzonte temporale più esteso introduce maggiori incertezze economiche e di mercato.
- Importo del prestito: un importo più elevato fa crescere il costo del prestito, perché risulta più impegnativo da restituire.
- Classe di rischio: ogni piattaforma attribuisce al progetto un rating, che sintetizza la probabilità di insolvenza. Progetti in classe alta pagano tassi più bassi rispetto a quelli in classi inferiori.
- Garanzie offerte: la presenza di garanzie reali o personali riduce il rischio percepito dagli investitori e consente di abbassare il tasso. Per esempio, l’erogazione di una garanzia del Fondo di Garanzia per le PMI.
- Scopo e settore: un progetto con un business plan dettagliato e obiettivi di crescita chiari sarà percepito come meno rischioso rispetto a uno meno strutturato. Inoltre, alcuni settori possono essere considerati intrinsecamente più rischiosi di altri a causa della loro volatilità.
I criteri sono molto simili a quelli utilizzati dalle banche nelle loro analisi del merito creditizio, ma le maglie tendono a essere più larghe. Anche se oscilla all’interno di un range solitamente limitato, il tasso non è sempre uguale, ma personalizzato sul profilo dell’impresa, e risulta dal bilanciamento tra il rischio assunto dagli investitori e la capacità di rimborso dell’azienda.
Le piattaforme, a differenza delle banche, non si basano rigidamente su tassi di riferimento ufficiali come l’Euribor. La maggior parte delle piattaforme considerano l’Euribor come “contesto di mercato” per stabilire range di offerta competitivi rispetto alle banche, ma non è un parametro vincolante né formalmente utilizzato per il calcolo del tasso da applicare alle imprese.
Per esempio, la piattaforma Opstart dichiara di partire come base dall’Euribor a 6 mesi e di aggiungere uno spread che può essere più o meno alto a seconda della rischiosità dell’operazione, espressa in un numero da 1 (rischio molto basso) a 7 (rischio molto alto) in seguito all’analisi della società offerente.
Il margine di discrezionalità delle piattaforme
Sebbene i criteri di base siano simili, ogni piattaforma ha un proprio modello di scoring proprietario, un algoritmo che analizza e pesa i vari parametri per assegnare un punteggio di rischio. È qui che emerge un certo margine di discrezionalità, che può essere significativo e dipende da vari fattori:
- Algoritmi interni e policy di rating: alcune piattaforme si affidano a modelli statistici completamente automatizzati, altre integrano valutazioni qualitative da parte di analisti. Questo comporta differenze anche sensibili per imprese con profili di rischio simili.
- Target di riferimento: ci sono portali che privilegiano PMI consolidate e quindi applicano tassi medi più bassi; altri accettano progetti più rischiosi e compensano con rendimenti più elevati per attrarre investitori.
- Contesto di mercato: la dinamica tra domanda e offerta di capitale può spingere le piattaforme a adeguare i tassi. In periodi di forte circolazione di liquidità, i rendimenti medi tendono a scendere; in periodi di prudenza, possono salire.
In altre parole, non esiste un “listino ufficiale” dei tassi di interesse: le piattaforme operano scelte strategiche personali che incidono direttamente sull’attrattività dei progetti e sulla sostenibilità dei prestiti per le imprese.
Una piattaforma può anche decidere di dare maggiore peso a specifici fattori, come il fatturato recente o la presenza di garanzie, piuttosto che ad altri. Inoltre, per attrarre progetti di alta qualità o per mantenere la propria competitività sul mercato, potrebbe offrire un tasso base più vantaggioso o assorbire una parte dei costi di gestione, riflettendo la propria strategia commerciale.
La trasparenza della piattaforma è fondamentale: le migliori forniranno un dettaglio chiaro dei parametri presi in considerazione per la valutazione e la successiva determinazione del tasso.
Come considerare il tasso nella propria strategia di business
Per un’impresa, il tasso di interesse nel lending crowdfunding non è ovviamente un dato tecnico neutro, ma una variabile strategica che incide sulla riuscita della raccolta e sulla sostenibilità futura del progetto.
Il lending crowdfunding è più adatto a una società con una certa maturità piuttosto che a una startup perché richiede la capacità di sostenere il debito con dei flussi di cassa già ben avviati e dotati di una loro storicità e di inserire il debito e il capitale raccolto all’interno di un business plan dall’orizzonte almeno medio.
Un tasso più alto comporta rate più onerose: se non sono compatibili con i margini operativi, la campagna rischia di diventare un boomerang.
L’impresa deve chiedersi non solo “possiamo raccogliere il capitale che ci serve ora?”, ma anche “possiamo restituire senza rallentare la crescita?”. Il lending crowdfunding deve essere uno strumento funzionale agli obiettivi dell’impresa, non una raccolta di capitali fine a se stessa.
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