Logiciel pour les relations avec les investisseurs après le financement participatif en capital

software investor relations

Una campagna di equity crowdfunding non finisce quando si chiude la raccolta. Inizia, semmai, una fase nuova e strutturalmente diversa della vita dell’azienda: quella in cui decine o centinaia di investitori diventano soci a tutti gli effetti. Si apre, quindi, il tema delle Investor Relations, un’importante funzione aziendale a tutti gli effetti che però spesso nel crowdfunding viene sottovalutata molto più di quanto accada con gli investitori tradizionali e istituzionali.

Gestire il rapporto con gli investitori dopo un’equity crowdfunding significa tenere insieme due dimensioni diverse ma complementari. Da un lato ci sono obblighi concreti: informativa, assemblee, documentazione, tracciabilità delle comunicazioni. Dall’altro lato ci sono opportunità strategiche: costruire fiducia, valorizzare la base soci, preparare operazioni future.

I software dedicati alle investor relations nascono esattamente qui: un supporto tecnologico ma come risposta a una complessità che l’equity crowdfunding introduce in modo strutturale ancor più degli aumenti di capitale tradizionali. In questo articolo comprenderemo cosa significa davvero gestire le relazioni con gli investitori dopo una campagna e confronteremo alcuni software e altre soluzioni specializzate per farlo.

Cosa significa gestire le investor relations dopo un’equity crowdfunding

Durante la campagna di equity crowdfunding l’azienda lavora orientata alla conversione: comunicazione intensa, obiettivi di raccolta, call to action chiare, aggiornamenti frequenti pensati per sostenere il momentum. In questa fase gli interlocutori sono tutti potenziali investitori e soci.

Dopo la chiusura della campagna, gli investitori diventano soci e il rapporto non è più transazionale ma continuativo. Non si tratta più di convincere qualcuno a investire, ma di gestire una relazione societaria nel tempo, con diritti, aspettative e responsabilità reciproche.

Questo cambiamento segna il passaggio dalla logica della campagna alla logica della governance. Le comunicazioni non possono più essere estemporanee, le informazioni devono essere coerenti e tracciabili, i momenti di confronto devono essere organizzati in modo ordinato.

L’equity crowdfunding introduce una complessità specifica che non è paragonabile a quella di altri canali di raccolta capitali: una base soci ampia, eterogenea e frammentata. Senza una struttura di investor relations chiara, da un lato l’azienda rischia di trovarsi sommersa da richieste individuali, domande ripetitive, comunicazioni scoordinate; dall’altro lato i soci possono percepire opacità o disorganizzazione anche quando l’azienda sta operando correttamente.

Investor relations come funzione aziendale

Gestire le investor relations non significa semplicemente “mandare aggiornamenti ai soci”. Significa definire una funzione, anche minima, con processi chiari: chi comunica, cosa viene comunicato, con quali strumenti, con quale frequenza e in quale forma, ma anche con quale obiettivo.

Questo vale indipendentemente dallo stadio dell’azienda. Non è una questione da grande impresa o da società quotata. Nel momento in cui si apre il capitale a una pluralità di soci, la gestione del rapporto diventa parte integrante dell’organizzazione.

Affrontare il post-campagna in modo strutturato non serve solo a “stare in regola”. Serve a ridurre attriti interni, a proteggere il management da dispersioni di tempo, a costruire una relazione sana e sostenibile con chi ha scelto di investire nell’azienda e a trasformare gli investitori così faticosamente raggiunti in un asset di valore anche per il futuro.

Obblighi verso i soci

Dans le cadre de la gestione delle investor relations esiste una serie di attività che l’azienda deve organizzare in modo corretto e continuativo, perché sono adempimenti che derivano direttamente dal rapporto societario instaurato con i nuovi soci.

  1. Informativa periodica e aggiornamenti

L’acquisto di una quota di partecipazione nell’azienda genera un’aspettativa legittima di essere informati sull’andamento della società, anche quando non esistono obblighi informativi stabiliti per legge come quelli previsti per le società quotate.

Per esempio, i soci si aspettano aggiornamenti su:

  • andamento del business rispetto alle previsioni;
  • evoluzione del progetto finanziato;
  • risultati rilevanti, positivi o negativi;
  • cambiamenti significativi nella strategia o nell’organizzazione.

Comunicare troppo poco espone l’azienda a richieste individuali e a un clima di sfiducia; comunicare in modo disordinato genera confusione. La chiave è definire un perimetro informativo chiaro, coerente e sostenibile nel tempo.

  1. Assemblee, votazioni e diritti dei soci

L’equity crowdfunding comporta l’ingresso di nuovi soci che, in quanto tali, hanno dei diritti. Di solito, per tutelare la governance ed evitare effetti pratici negativi della dilution des actions, si tende ad assegnare agli investitori crowd solo diritti patrimoniali e pochi o nessun diritto amministrativo. Tuttavia, spesso ai soci crowd vengono riservati diritti amministrativi solo su alcune questioni o ambiti della vita aziendale, oppure con il crowdfunding entrano soci strategici a cui vengono riconosciuti più diritti amministrativi.

In ogni caso, tutti i soci hanno diritto di conoscere i contenuti delle assemblee societarie e partecipare, anche quando non hanno diritto di votare.

Questo significa gestire convocazioni assembleari, raccolta delle deleghe, verbalizzazioni e, in alcuni casi, votazioni su decisioni societarie rilevanti.

Quando i soci sono molti, la gestione manuale di questi passaggi diventa rapidamente inefficiente. Una gestione ordinata delle assemblee serve a tutelare l’azienda in caso di contestazioni, oltre che a trasmettere rispetto e solidità ai soci. La chiarezza procedurale è un elemento di stabilità, soprattutto quando la base soci è ampia e non omogenea.

  1. Tracciabilità e tutela dell’azienda

Un aspetto spesso sottovalutato delle investor relations è la tracciabilità delle comunicazioni. Ogni informazione rilevante condivisa con i soci, ogni documento messo a disposizione, ogni decisione comunicata dovrebbe essere archiviata in modo ordinato e facilmente recuperabile.

Questo non è solo un tema di efficienza interna. È anche una forma di tutela per l’azienda. In caso di incomprensioni, contestazioni o semplici richieste di chiarimento, poter dimostrare cosa è stato comunicato, quando e a chi, riduce drasticamente il rischio di conflitti.

Dal punto di vista operativo, la tracciabilità diventa sempre più difficile man mano che cresce il numero dei soci e il tempo trascorso dalla campagna. Per questo servono strumenti ad hoc.

Le opportunità strategiche della gestione post-campagna

A prescindere dagli obblighi più o meno formali, trascurare la relazione con i soci dopo una campagna di equity crowdfunding sarebbe un grave errore. Se è vero che esistono obblighi da rispettare, è altrettanto vero che una base soci ampia e coinvolta rappresenta un asset che poche aziende, al di fuori del crowdfunding, hanno la possibilità di costruire in tempi brevi.

La differenza, però, non la fa solo il numero dei soci, ma soprattutto come vengono gestiti nel tempo.

I soci come asset relazionale

Les investitori di una campagna di equity crowdfunding di solito sono clienti, ex clienti, potenziali clienti, partner, collaboratori o professionisti che hanno deciso di legare una parte del proprio capitale all’azienda perché ne condividono il progetto.

Se correttamente coinvolti, possono diventare:

  • ambassador del brand;
  • primi utilizzatori di nuovi prodotti o servizi;
  • amplificatori naturali della comunicazione aziendale;
  • contatti utili sul piano commerciale o professionale.

Questo non significa trasformare ogni socio in un collaboratore attivo, né sovraccaricarlo di comunicazioni. Significa, piuttosto, mantenere una relazione ordinata e coerente, che consenta a chi lo desidera di sentirsi parte di un percorso e non semplicemente “dimenticato” dopo l’investimento.

Una gestione strutturata delle investor relations rende possibile questo tipo di coinvolgimento senza improvvisazione e senza dipendere dalle iniziative del singolo founder.

Tramite iniziative come programmi affiliate e referral, inoltre, i nuovi soci possono diventare veri e propri promotori commerciali e ottenere vantaggi quando portano nuovi clienti.

Preparare round futuri e operazioni straordinarie

Un altro aspetto spesso sottovalutato è il legame tra gestione post-campagna e operazioni future. Nuovi round di raccolta, operazioni di liste de crowdfunding o, in alcuni casi, percorsi di M&A si costruiscono nel tempo, anche attraverso la qualità della relazione mantenuta con i soci esistenti.

Una base soci informata, abituata a ricevere aggiornamenti chiari e puntuali, è:

  • più incline a reinvestire;
  • più disponibile a sostenere nuove operazioni;
  • più credibile e affidabile agli occhi di investitori esterni.

Le investor relations, in questo senso, non sono un’attività difensiva, ma una leva di continuità strategica.

Riduzione dei costi nel medio-lungo periodo

Strutturare la gestione post-campagna ha anche un impatto diretto sui costi organizzativi. Rispondere singolarmente alle richieste dei soci, cercare documenti dispersi, ricostruire comunicazioni passate o gestire assemblee in modo artigianale richiede tempo e risorse che crescono in modo non lineare.

Standardizzare processi, canali e strumenti permette invece di:

  • ridurre il carico operativo;
  • evitare duplicazioni;
  • prevenire errori che generano lavoro aggiuntivo.

Il punto chiave è che questi benefici non si manifestano subito, ma nel tempo. Ed è proprio per questo che molte aziende li sottovalutano nella fase immediatamente successiva alla campagna, quando la priorità sembra essere “tornare a fare business”.

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Perché servono software dedicati per le investor relations

Molte aziende, dopo una campagna di equity crowdfunding, iniziano a gestire i soci utilizzando strumenti generalisti: fogli Excel, email, PEC, cartelle condivise, tool di newsletter. In una fase iniziale può sembrare sufficiente, ma è una soluzione che regge solo finché il numero di soci è limitato e il tempo trascorso dalla campagna è breve.

Gli strumenti non verticali presentano alcuni limiti strutturali quando applicati alle investor relations post-crowdfunding:

  • assenza di un’anagrafica soci unificata, con dati sempre aggiornati e storicizzati;
  • difficoltà nel segmentare i soci (per tipologia di quota, diritti, anzianità, partecipazione a round diversi);
  • scarsa o nulla tracciabilità delle comunicazioni rilevanti;
  • gestione manuale e frammentata di documenti societari, verbali e convocazioni;
  • impossibilità di gestire in modo ordinato assemblee e votazioni.

Cosa deve fare davvero un software di investor relations

Un software dedicato alle investor relations nasce per risolvere un problema specifico: centralizzare e strutturare il rapporto tra azienda e soci.

Al netto delle differenze tra le varie soluzioni, alcune funzionalità sono essenziali:

  • anagrafica soci unica e aggiornata;
  • area documentale ordinata e accessibile;
  • comunicazioni centralizzate e tracciabili;
  • supporto alla gestione delle assemblee;
  • possibilità di differenziare diritti e livelli di accesso.

Esempi di software per Investor Relations

Proponiamo una selezione dei più diffusi software per investor relations utile per aziende che hanno concluso una campagna di equity crowdfunding.

Investory.io

Investory.io è una piattaforma pensata specificamente per la gestione degli investitori in contesti di equity crowdfunding e private equity early stage.

Il suo punto di forza è la semplicità operativa: consente di centralizzare anagrafica soci, documentazione, comunicazioni e momenti assembleari senza richiedere una struttura interna complessa. È uno strumento adatto a:

  • startup e PMI che hanno appena chiuso una campagna;
  • aziende che vogliono passare rapidamente da una gestione informale a una strutturata;
  • team che cercano una soluzione verticale senza dover integrare molti tool diversi.

Il limite principale è che si concentra soprattutto sulla dimensione informativa e organizzativa delle investor relations. In contesti più complessi o con esigenze di integrazione avanzata, può risultare meno flessibile.

SeedBlink – Shareholding & IR tools

SeedBlink, oltre a essere una piattaforma di investimento, ha sviluppato strumenti dedicati alla gestione dei soci e delle investor relations per le aziende che raccolgono capitale tramite il proprio ecosistema.

Questa soluzione è più strutturata e si presta a:

  • aziende che prevedono più round nel tempo;
  • contesti con una base soci internazionale;
  • realtà che vogliono una gestione più “corporate” delle relazioni con gli investitori.

Il rovescio della medaglia è una maggiore complessità operativa e una minore neutralità: è uno strumento che funziona particolarmente bene se inserito all’interno del loro ambiente.

Carta / Pulley 

La maggior parte dei software sul mercato, in realtà, è pensata per un equity management generico, e non per il crowdfunding. Per esempio, strumenti come Carta o Pulley nascono principalmente per la gestione della cap table, ma vengono spesso utilizzati anche come base per le investor relations.

Sono adatti a:

  • aziende con strutture societarie più articolate;
  • realtà che vogliono un controllo molto preciso delle partecipazioni;
  • contesti con investitori professionali e round successivi già pianificati.

Rispetto a strumenti come Investory.io, però, sono meno focalizzati sulla comunicazione e sulla relazione con il socio retail. Funzionano bene sul piano amministrativo, meno su quello relazionale, che resta in parte da costruire con strumenti complementari.

Come scegliere il software giusto 

La scelta dello strumento non dovrebbe partire dalla tecnologia, ma dal contesto.

Prima di scegliere un software, è utile porsi alcune domande:

  • quanti soci devono essere gestiti oggi e quanti in prospettiva;
  • che livello di coinvolgimento si vuole mantenere;
  • se sono previsti nuovi round o operazioni future;
  • quante risorse interne possono essere dedicate alla gestione.

Il punto chiave è che nessun software sostituisce un processo. Gli strumenti funzionano solo se inseriti in una strategia chiara di gestione post-campagna. Senza metodo e responsabilità definite, anche il miglior tool rischia di diventare un semplice archivio.

Una soluzione integrata: Investor Hub

Per rispondere alle esigenze specifiche delle investor relations post crowdfunding, Turbo Crowd ha ideato Carrefour des investisseurs, un servizio che sostituisce e potenzia le funzioni di un software per investor relations.

La creazione di una zona riservata agli investitori nel sito dell’azienda, con l’integrazione dei tool di CRM e marketing automation appositi, consente non solo di mandare aggiornamenti agli investitori, ma anche di mantenerli ingaggiati e trasformarli in promotori attivi dell’azienda, e di strutturare programmi Affiliate e Referral da gestire in modo centralizzato.

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