- Il crowdfunding come operazione di marketing
- La fase di onboarding: analisi e set-up operativo
- 3. Produzione dei materiali di comunicazione
- La fase di precrowd: costruire e nutrire il pubblico
- La campagna live
- L’intelligenza artificiale al servizio del crowdfunding
- Wilt u het onderwerp waarover u leest direct bespreken met onze crowdfundingexperts?
- Heb je ondersteuning nodig bij het voorbereiden van een succesvolle crowdfundingcampagne en het zoeken naar potentiële investeerders voor je project?
Fare crowdfunding significa organizzare e gestire un’imponente operazione di marketing attraverso la quale entrare in contatto con un ampio pubblico di potenziali investitori e condurli a partecipare alla propria raccolta di capitali online. Non è un’operazione meccanica e semplice: mettere online la pagina della campagna su una piattaforma di crowdfunding è solo l’ultimo atto, peraltro il meno rilevante. Prima, è necessario raggiungere e convincere le persone ad andarci, su quella pagina, e a compiere l’azione cruciale.
Per questo, una campagna di crowdfunding non si improvvisa: richiede competenze strategiche, pianificazione e strumenti tecnologici adeguati. Dalla generazione dei contatti all’automazione delle comunicazioni, dal monitoraggio dei dati al nurturing personalizzato, ogni fase del percorso verso la raccolta di capitali diventa efficiente e proficua solo se si regge su una precisa architettura digitale.
Le tecnologie per il crowdfunding sono indispensabili sia per accrescere la potenza di fuoco delle operazioni di marketing, ma anche per ottimizzare l’esecuzione di tutte le attività che le compongono, aumentare il livello di precisione e penetrazione e infine il tasso di conversione. Solo così una raccolta di capitali può fare il salto di qualità e diventare una vera risorsa per la tua azienda, anziché un’incombenza.
In questo articolo vediamo quali sono le tecnologie che massimizzano le performance di una campagna di crowdfunding, fase per fase.
Il crowdfunding come operazione di marketing
Lo abbiamo detto tante volte: una campagna di crowdfunding è, prima di tutto, una campagna di marketing.
L’obiettivo non è solo convincere qualcuno a fare un investimento, ma promuovere un progetto imprenditoriale e costruire intorno a esso una community attiva e partecipe di investitori, clienti e sostenitori.
La raccolta di capitale diventa, così, l’effetto finale di un percorso di comunicazione, promozione e distinzione in cui l’azienda racconta se stessa, i propri obiettivi, i vantaggi esclusivi di diventare investitori, attivando un processo che genera visibilità, reputazione e relazioni. Poiché gli investitori migliori sono i clienti dell’azienda o i potenziali tali, questa operazione di marketing ha una doppia resa: da un lato permette di acquisire capitali, dall’altro di acquisire clienti e di rafforzare la fidelizzazione dei già clienti.
La strategia di marketing per il crowdfunding si basa soprattutto sull’offerta di qualcosa di esclusivo, unico e interessante ai potenziali investitori, che partecipano a una campagna di crowdfunding non solo e non tanto per l’eventuale rendimento economico (equity crowdfunding) o per il prodotto finito (reward crowdfunding), quanto per i benefici immediati riservati ai partecipanti. Li chiamiamo “beloning” e sono la ricompensa su cui fare leva nelle attività di marketing per la campagna di crowdfunding.
È per questo motivo che il crowdfunding è un’operazione di marketing, più che un’operazione finanziaria.
Il ruolo della tecnologia
Gestire una campagna di crowdfunding significa coordinare centinaia o migliaia di interazioni: iscrizioni, email, moduli di interesse, campagne pubblicitarie, dati anagrafici e comportamentali.
Per farlo in modo efficiente servono tecnologie integrate che automatizzano i processi e consentono di monitorare i risultati in tempo reale.
Una campagna di crowdfunding come si deve, quindi, non può prescindere da un’infrastruttura tecnologica robusta e integrata.
Senza questa infrastruttura tecnologica, errori, inefficienze, perdite di dati e di occasioni di vendita, tempi morti sono inevitabili.
Per questo motivo, Turbo Crowd ha costruito una macchina di marketing completa di stack tecnologico da mettere al servizio delle aziende che vogliono raccogliere capitale in crowdfunding, occupandosi sia dell’organizzazione strategica degli strumenti, sia della loro operatività concreta.
Wilt u het onderwerp waarover u leest direct bespreken met onze crowdfundingexperts?
Turbo Crowd kan u alle kneepjes van het crowdfundingvak leren, u laten zien welke mogelijkheden er voor u zijn om kapitaal op te halen en u praktische ondersteuning bieden bij het opzetten van een succesvolle crowdfundingcampagne.
La fase di onboarding: analisi e set-up operativo
L’onboarding è il momento in cui un’azienda si prepara concretamente a lavorare alla campagna di crowdfunding.
Non si tratta ancora di comunicazione pubblica, ma di costruire le fondamenta tecniche e strategiche su cui poggerà l’intera campagna: definizione del target, raccolta dei dati, configurazione dei sistemi digitali e produzione dei materiali.
Una campagna di crowdfunding efficace, infatti, è prima di tutto una campagna organizzata. Significa che ogni processo deve essere tracciato, misurabile e collegato a un obiettivo preciso.
1. Definizione e segmentazione del target
Il punto di partenza di una campagna di crowdfunding di successo è la conoscenza del pubblico. Bisogna delineare il profilo di chi potrà essere interessato a investire o a sostenere il progetto e creare un database organizzato: clienti esistenti, clienti potenziali, contatti del network professionale, stakeholder del settore.
Per la definizione del target e la segmentazione sono utilissimi strumenti come:
- HubSpot CRM per costruire e segmentare database dinamici con campi personalizzati;
- LinkedIn Sales Navigator, utile nelle fasi iniziali per individuare contatti di valore e importare dati nel CRM;
- Mautic, per tracciare le interazioni e assegnare punteggi di engagement ai contatti.
Il risultato è una mappatura chiara del pubblico, che permette di impostare strategie di comunicazione e automazioni personalizzate.
2. Set-up dell’infrastruttura digitale marketing e sales
Una volta raccolti e organizzati i dati, è il momento di configurare l’infrastruttura digitale che renderà scalabili tutte le operazioni successive.
Il principio guida è l’integrazione: ogni software deve dialogare con gli altri per evitare silos di informazioni e ridurre gli interventi manuali.
Alcuni strumenti chiave sono:
- Mautic o HubSpot, software di CRM (Customer Relationship Management) per gestire le automazioni di email marketing e il funnel di conversione. Entrambi consentono di creare workflow automatici (per esempio welcome email, reminder, follow-up) e di tracciare i comportamenti degli utenti. Un’ulteriore alternativa è ActiveCampaign.
- Make o Zapier, che fungono da connettore tra i diversi sistemi, sincronizzando dati tra CRM, form, piattaforme advertising e strumenti di analytics.
- Typeform o moduli WordPress, per raccogliere manifestazioni d’interesse durante il precrowd e importarle direttamente nel CRM.
- Google Analytics 4 e Tag Manager, per monitorare ogni evento chiave: clic, compilazioni form, visualizzazioni video, iscrizioni alla newsletter.
Questa architettura consente di passare da una gestione manuale e dispersiva dei contatti a un flusso automatico e ordinato, in cui ogni azione dell’utente diventa un dato utile.
3. Produzione dei materiali di comunicazione
La fase di onboarding è anche il momento di preparare tutti i materiali che serviranno durante la campagna: testi, immagini, video, pitch deck, landing page e post social.
In questo ambito la varietà di software e tool online a disposizione è amplissima. Alcuni esempi:
- WordPress per gestire il sito web
- Canva, Figma, InVideo per i materiali grafici
- Google Drive, Notion o ClickUp per condividere materiali e centralizzare bozze, versioni e feedback all’interno del team.
Questa preparazione anticipata evita colli di bottiglia nelle fasi successive e consente di entrare nel precrowd con tutti gli strumenti già testati e perfettamente funzionanti.
La fase di precrowd: costruire e nutrire il pubblico
Il precrowd è la fase più importante di una campagna di crowdfunding.
È il periodo che precede l’apertura ufficiale della raccolta e serve a creare una base di contatti qualificati: persone che conoscono il progetto, lo seguono, ne apprezzano i benefici esclusivi e sono pronte a investire o contribuire non appena la campagna parte.
In questa fase, la tecnologia è ciò che permette di trasformare l’interesse in coinvolgimento: strumenti di advertising, CRM, automazioni e analytics lavorano insieme per creare una community di potenziali investitori solida e misurabile, pronta a sostenere il lancio.
1. Lead generation e nurturing
Il primo obiettivo del precrowd è far conoscere il progetto e raccogliere contatti di persone potenzialmente interessate.
La leadgeneratie voor crowdfunding si può avvalere dei canonici canali di advertising come Meta (Facebook e Instagram), LinkedIn, Google e Youtube.
I contatti raccolti tramite gli annunci di betaalde reclame vanno registrati nel CRM, così da aggiornare in tempo reale liste e punteggi di engagement. A partire da qui entra in azione la marketing automation: workflow automatici che inviano sequenze di email informative e persuasorie per accompagnare i contatti nel percorso di avvicinamento alla campagna.
Gli step tipici di un flusso di nurturing sono:
- Welcome email → presentare l’azienda e la campagna in arrivo.
- Educational email → spiegare cosa significa investire o sostenere un progetto in crowdfunding.
- Social proof e storytelling → casi reali, interviste, traguardi già raggiunti, reward.
- Call to action finale → invito a manifestare l’interesse a partecipare alla campagna.
Il CRM tiene traccia delle aperture, dei clic e del comportamento di ogni contatto, consentendo di calibrare la comunicazione in base al grado di interesse.
Questa fase serve a creare fiducia, aumentare la consapevolezza e ridurre le barriere psicologiche all’investimento.
2. Creazione di contenuti
Una community non si costruisce solo con le campagne adv, ma con contenuti che informano, persuadono e coinvolgono.
Per questo, durante il precrowd è essenziale costruire un piano editoriale multicanale che integri:
- Articoli di blog e newsletter (gestiti rispettivamente, per esempio, tramite WordPress e Sendgrid oppure Mailchimp)
- Post social e video (ottimizzati per Meta, LinkedIn, YouTube, TikTok ecc.)
- Ebook informativi o altri lead magnet
- Webinar.
I contenuti vengono poi automatizzati tramite Mautic o HubSpot (email programmate, invii condizionali, notifiche personalizzate) e pubblicati con un calendario sincronizzato su WordPress (o altro CMS) e canali social, così da mantenere continuità e coerenza di messaggio.
La pubblicazione dei post sui social può essere automatizzata tramite tool come PostPickr, Hootsuite o Buffer, che consentono di pianificare, adattare e pubblicare post su tutti i profili social da un’unica piattaforma.
3. Monitoraggio e ottimizzazione
Il vantaggio di una strategia digitalizzata è poter misurare tutto. Sistemi di monitoraggio avanzati permettono di valutare l’efficacia delle campagne e migliorare in tempo reale le performance.
Esempi di strumenti di monitoraggio:
- Google Analytics 4 e Tag Manager, per analizzare il comportamento degli utenti sul sito e sulle landing page;
- HubSpot Analytics o Data Studio, per creare dashboard che mostrano KPI come tasso di conversione, costo per lead, engagement rate, click-through-rate;
- A/B-testen su email, landing e creatività per ottimizzare i messaggi e le CTA.
In questa fase, le metriche non servono solo a migliorare le performance, ma anche a validare la strategia: un tasso di conversione alto indica che la campagna è pronta per il lancio; uno basso suggerisce di rivedere il messaggio o il target.
La campagna live
Quando la campagna viene pubblicata sulla piattaforma di crowdfunding, inizia la fase più dinamica e visibile del percorso.
Il lavoro fatto in onboarding e nel precrowd serve proprio a questo momento: trasformare la community costruita in investitori effettivi.
La tecnologia, in questa fase, è ciò che consente di mantenere il controllo su un flusso di dati e interazioni in tempo reale: lead che si trasformano in investitori, conversioni, traffico verso la piattaforma, messaggi e aggiornamenti.
Il lancio della campagna non è mai un “premi il tasto e aspetta”.
Dietro l’apertura pubblica si attiva un sistema di automazioni già pianificato che accompagna ogni azione degli utenti.
Le automazioni più comuni includono:
- Email di follow-up immediato per chi lascia i propri dati nel form sulla landing page.
- Reminder personalizzati per chi aveva manifestato l’interesse oppure interagito durante il precrowd ma non ha ancora investito.
- Sequenze di aggiornamento per chi ha già investito, utili a mantenere alto l’engagement e stimolare il passaparola.
Tutte queste azioni sono orchestrate da strumenti come Mautic o HubSpot, con il supporto di strumenti come Make o Zapier, che collegano CRM, piattaforma di crowdfunding e tool di comunicazione.
In questo modo, ogni interazione viene registrata e genera una reazione automatica coerente con la fase del funnel in cui si trova l’utente.
Durante la campagna si proseguono e si potenziano le attività già avviate durante il precrowd, per sostenere la visibilità costruita e raggiungere sempre più persone:
- Pubblicazione multicanale
- Monitoraggio delle interazioni
- Campagne di remarketing
- Community management.
Una risposta rapida, una pubblicazione coerente o un aggiornamento puntuale rafforzano la percezione di affidabilità e trasparenza, elementi decisivi per chi deve scegliere se investire o meno.
Analisi e report finale
Nelle ultime settimane della campagna, il monitoraggio diventa ancora più cruciale: bisogna capire cosa sta funzionando e dove intervenire.
La raccolta dati avviene in modo integrato su tre livelli:
- Dati di traffico → da Google Analytics, Tag Manager e pixel pubblicitari.
- Dati di CRM → da HubSpot o Mautic, per capire chi si sta convertendo e con quale percorso.
- Dati di piattaforma → relativi alle effettive sottoscrizioni e importi raccolti.
Tutti questi dati vengono centralizzati in dashboard come Google Data Studio o negli HubSpot Reports, consentendo di monitorare in tempo reale KPI come:
- tasso di conversione lead → investitori,
- costo per acquisizione (CPA),
- ritorno sull’investimento pubblicitario (ROAS),
- volume di traffico organico e paid,
- andamento giornaliero della raccolta
- eventuali altri KPI significativi specifici.
Il reporting finale non è solo una rendicontazione: è la base su cui costruire le campagne future. Analizzando i risultati, è possibile individuare quali canali hanno generato più investitori, quali messaggi hanno funzionato meglio e come ottimizzare i workflow per la prossima raccolta.
L’intelligenza artificiale al servizio del crowdfunding
Non si può non dedicare un paragrafo agli strumenti di intelligenza artificiale, che rappresentano un’opportunità di efficientamento di molti processi ormai impossibile da ignorare. Può quindi diventare un alleato concreto anche per il crowdfunding, per accelerare e ottimizzare molte attività operative e analitiche.
Nel campo dei contenuti, gli strumenti AI permettono di generare rapidamente bozze di testi, headline o script video, da rifinire poi in chiave strategica, e di creare immagini o video personalizzati per campagne adv e social: applicazioni come ChatGPT, Gemini, Jasper o Midjourney velocizzano la produzione e aiutano a mantenere coerenza di tono e messaggio. Bisogna, però, saperle utilizzare, creando agenti e prompt appositi.
Sul fronte dei gegevens, piattaforme di analisi predittiva e dashboard intelligenti – integrate con sistemi come HubSpot, Make o Data Studio – consentono di individuare pattern di comportamento, stimare tassi di conversione e ottimizzare il budget pubblicitario in tempo reale, ma su questo fronte è necessaria una competenza tecnica e interpretativa superiore.
Questi sono solo alcuni esempi. L’uso dell’AI, quindi, se consapevole, può essere un modo per rendere più efficiente e data-driven ogni fase di una campagna di crowdfunding: dalla creazione dei materiali alla lettura dei risultati. Ne abbiamo parlato più approfonditamente nel nostro articolo sull’AI per il crowdfunding.
Le tecnologie per il crowdfunding come leva strategica
Senza strumenti adeguati, anche la strategia più creativa e raffinata rischia di restare inefficace: i processi si rallentano, i dati si perdono e la comunicazione si frammenta. Le tecnologie per il crowdfunding non sostituiscono la strategia, ma la rendono scalabile e misurabile.
In questo articolo abbiamo presentato degli esempi, ma ovviamente il panorama dell’offerta software a disposizione oggi è sconfinato: ogni azienda potrà trovare il proprio set di tecnologie più congeniale. Per chi già non lo possiede, Turbo Crowd lo costruisce da zero nel percorso di preparazione alla campagna di crowdfunding.
Automazioni, CRM, piattaforme di integrazione e sistemi di analisi permettono alle aziende di trasformare la raccolta di capitale in un processo continuo, basato su dati e relazioni, anziché in un’operazione straordinaria. È così che la raccolta diventa un vero asset aziendale, capace di generare valore anche oltre la singola campagna.
Fare crowdfunding, in questa prospettiva, significa fare marketing con metodo.
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Turbo Crowd kan je tijdens het hele proces begeleiden, van de organisatie van de pre-crowd tot de afsluiting van de inzameling, en effectieve en innovatieve marketingstrategieën ontwikkelen om je campagne op de best mogelijke manier te promoten.