Una startup a partire dalla sua nascita attraversa fasi di vita che possono essere inquadrate in uno schema standard corrispondente ai vari stadi di sviluppo del prodotto/servizio e di crescita sul mercato. Queste fasi di vita corrispondono anche ad altrettanti stadi di finanziamento, che vengono definiti “round”.
Pre-seed, Seed, Serie A, Serie B, Serie C e così via: una sequenza di fasi in cui la società raccoglie capitali per sviluppare il prodotto, validarlo sul mercato, crescere e poi scalare. Ciascuna corrisponde a un livello diverso di maturità dell’impresa, a un rischio specifico e a una precisa combinazione di investitori.
Capire come funzionano i round è essenziale per impostare una financieringsstrategie efficace. La scelta della fonte di capitale, infatti, cambia molto in base allo stadio della startup: business angel e acceleratori nelle fasi iniziali, venture capital strutturati quando il prodotto è validato, strumenti ibridi o debito nelle fasi più mature. In mezzo, un alleato trasversale: il crowdfunding, utile per validare un prodotto, costruire community e raccogliere capitali in modo flessibile in diversi contesti.
In questo articolo analizziamo cosa significano esattamente i vari round di finanziamento delle startup, quali investitori intervengono in ciascuna fase e in quali momenti il crowdfunding si offre come alternativa strategica o complementare.
Cosa sono i round di finanziamento
I round di finanziamento sono fasi successive attraverso cui una startup raccoglie capitali da soggetti diversi, in base alle esigenze del progetto e al livello di sviluppo dell’azienda. Ogni round rappresenta un momento specifico del percorso imprenditoriale: si parte dall’idea, si passa alla validazione, si costruisce il prodotto, si scala il mercato e, se il modello funziona, si cresce anche a livello internazionale.
Il termine “round” indica una raccolta di capitale organizzata in un preciso momento della vita di una startup.
Esistono più round perché il rischio dell’impresa cambia nel tempo: all’inizio è molto alto, poi diminuisce man mano che aumentano le evidenze di mercato, le competenze del team e la stabilità del modello di business. In ogni fase servono capitali diversi, investitori diversi e condizioni diverse di ingresso nel capitale della società.
Come si definisce la fase di una startup
La fase di una startup non dipende solo dal tempo, ma soprattutto dalle metriche:
- stato di sviluppo del prodotto (idea, MVP, versione beta, prodotto sul mercato)
- dati di utilizzo e prime metriche di trazione
- presenza di ricavi
- struttura del team
- capacità di acquisire clienti
- solidità finanziaria
Questi elementi determinano quanto capitale serve e quali investitori sono più adatti in un determinato momento.
Perché i round seguono un ordine preciso
I round seguono un ordine preciso perché ogni nuovo investimento deve poggiare su risultati raggiunti in precedenza. Ogni round, perciò, può avvenire solo dopo aver raggiunto le condizioni tipiche del round precedente.
Nel corso della sequenza:
- il rischio diminuisce progressivamente;
- de valutazione della startup aumenta;
- gli investitori più strutturati intervengono quando esiste una base solida (salvo casi di elevato potenziale iniziale già individuato in origine);
- a ogni round si finanziano obiettivi diversi (validazione, crescita, scala).
Per una startup, saper impostare questo percorso significa raccogliere capitale in modo più efficiente e costruire una crescita sostenibile.
Pre-seed e Seed: l’idea e la validazione
Il percorso di finanziamento di una startup inizia ben prima che il prodotto arrivi sul mercato. Le fasi Pre-seed e Seed servono a trasformare un’idea in qualcosa di concreto e testabile, validarla con i potenziali clienti e costruire le basi per i round successivi. In questo momento, la startup è ancora fragile: non ci sono ricavi, spesso non c’è un team completo e le informazioni sul potenziale del progetto sono limitate. Per questo gli investitori che intervengono devono essere disposti ad assumersi un rischio elevato, in cambio di un possibile ritorno futuro significativo.
Obiettivi della fase Pre-seed
La fase Pre-seed è il momento in cui il progetto prende forma. Gli obiettivi principali sono tre:
- Validare l’idea: capire se esiste davvero un bisogno reale e quanto è rilevante per il target.
- Costruire l’MVP (Minimum Viable Product): la prima versione funzionante del prodotto/servizio che permette di raccogliere feedback.
- Ottenere le prime metriche qualitative: interesse degli utenti, primi test, segnali di disponibilità a pagare. È la fase in cui testare la value proposition tramite piccoli esperimenti: landing page, prototipi, interviste strutturate, piccole campagne di comunicazione.
L’obiettivo non è ancora crescere, ma capire se vale la pena imbarcarsi nell’impresa.
Chi investe nel Pre-seed
Nelle primissime fasi di vita, il capitale proviene quasi sempre da investitori “vicini” al progetto:
- I founder: dedicano risorse economiche e tempo.
- Family & Friends: prestiti informali o piccoli investimenti personali.
- Business angel: investitori con esperienza imprenditoriale focalizzati su progetti nascenti, che accettano alto rischio in cambio di equity.
- Acceleratori e incubatori: programmi che offrono capitale, mentorship e servizi operativi.
Questi soggetti non cercano ricavi immediati, ma puntano sul potenziale futuro analizzando solidità del team, validità dell’idea, primi feedback dal mercato.
Strumenti di finanziamento in fase Pre-seed
Nelle fasi molto early stage vengono privilegiati strumenti semplici, veloci e possibilmente con un livello di formalità ridotto rispetto ai round successivi:
- aumento di capitale classico con acquisto di quote;
- prestiti personali informali o con scrittura privata (per Family&Friends);
- SFP, Participatieve financiële instrumenten, che consentono di ottenere finanziamenti in modo flessibile, senza dover fissare una valutazione della startup, rimandata a un round successivo.
In più nella fase Pre-seed si possono sfruttare i vantaggi strategici di due tipologie di crowdfunding:
- Aandelencrowdfunding, più complesso che in altre fasi per la mancanza di una vera base di clienti, ma utile per validare contemporaneamente l’idea e creare un network di stakeholder e investitori insieme;
- Beloning crowdfunding, se la startup sviluppa un prodotto fisico, per creare una community di early adopters, validare il prodotto e raccogliere i capitali per la produzione.
Per capire quale delle due modalità possa fare al caso tuo, leggi il nostro articolo sul confronto fra equity crowdfunding e reward crowdfunding.
A queste fonti di finanziamento si possono aggiungere eventuali fondi pubblici, che non richiedono cessione di quote e sono utili per coprire attività preliminari come ricerca, prototipazione o sviluppo tecnico.
Round di finanziamento Seed: sul mercato
Il round Seed è il momento in cui la startup passa dalla validazione alla costruzione vera e propria del prodotto e alle prime attività commerciali. È la fase in cui servono capitali più consistenti rispetto al Pre-seed, perché l’obiettivo ora è dimostrare che il prodotto/servizio validato è in grado di stare sul mercato. Il rischio resta alto, ma sono disponibili più dati, più metriche e un prodotto più maturo.
Gli obiettivi del round Seed sono più concreti:
- Lanciare il prodotto o servizio sul mercato dopo la fase di prototipazione.
- Ottenere le prime metriche quantitative: tasso di conversione, retention, costo di acquisizione clienti, volumi iniziali.
- Rafforzare il team.
- Costruire i primi processi interni: operativo, customer care, marketing ecc.
Questa fase serve anche a capire se esiste una direzione di crescita credibile: non è ancora la scalabilità, ma è il momento in cui la startup inizia a misurarsi con il mercato reale.
Chi investe nel Seed
In questa fase entrano in gioco soggetti più strutturati rispetto al Pre-seed.
- Business angel organizzati o syndicate: gruppi di investitori esperti che investono con ticket più elevati.
- Micro-VC e fondi pre-seed/seed: piccoli fondi specializzati che puntano su startup con primi segnali di traction.
- Corporate seed funds: grandi aziende che investono in startup specifiche per motivi strategici o tecnologici.
Gli investitori del Seed cercano startup che abbiano già validato il prodotto/servizio, sviluppato un MVP funzionante e dimostrato che esiste un pubblico disposto a utilizzare (e pagare per) il prodotto.
Equity crowdfunding in fase Seed
Il round Seed è spesso uno dei momenti migliori per utilizzare l’equity crowdfunding, perché la startup inizia ad avere un pubblico di clienti effettivi, che possono essere trasformati in investitori crowd: come è noto, infatti, i clienti o potenziali tali sono i migliori investitori in crowdfunding.
In questa fase, l’equity crowdfunding consente di sfruttare i primi clienti per raggiungerne altri e generare visibilità e fidelizzazione, rafforzando il brand. Non solo: è anche uno strumento più accessibile rispetto agli altri che abbiamo elencato e garantisce alla startup la massima libertà decisionale.
In molti casi, comunque, l’equity crowdfunding può essere anche complementare al capitale di business angel: i due canali possono coesistere, dando alla startup sia risorse economiche, sia supporto strategico, sia strumenti di marketing.
Resta valida e utile, infine, l’opzione degli SFP per portare nel business investitori strategici ai fini del consolidamento e della crescita dell’azienda.
Wilt u het onderwerp waarover u leest direct bespreken met onze crowdfundingexperts?
Turbo Crowd kan u alle kneepjes van het crowdfundingvak leren, u laten zien welke mogelijkheden er voor u zijn om kapitaal op te halen en u praktische ondersteuning bieden bij het opzetten van een succesvolle crowdfundingcampagne.
Serie A: crescita e scalabilità
Il round di Serie A è il primo vero “growth round”. In questa fase la startup ha già validato il prodotto, ha clienti paganti, metriche iniziali solide e un team strutturato. Non è più il momento della sperimentazione: è il momento di scalare, cioè replicare un modello di business che ha già dimostrato di funzionare, investendo in marketing, tecnologia e sviluppo commerciale.
Gli obiettivi del round di finanziamento A sono orientati alla crescita rapida e all’efficienza dei processi:
- Accelerare l’acquisizione clienti con strategie di marketing più robuste.
- Ottimizzare i processi interni.
- Rafforzare l’infrastruttura tecnologica per gestire volumi maggiori.
- Entrare in nuovi mercati o segmenti dove il prodotto ha potenziale.
- Strutturare un team manageriale in grado di guidare la crescita.
Chi investe nella Serie A
In questa fase ci si può aspettare l’ingresso di investitori istituzionali, che richiedono metriche più solide e una governance più strutturata:
- Durfkapitaal (fondi generalisti o verticali).
- Corporate VC interessati a tecnologie complementari.
- Fondi internazionali early-growth con focus su startup ad alto potenziale.
- Veicoli d’investimento misti (co-investimento VC + business angel).
Le opzioni di crowdfunding per la Serie A
Nella fase di Serie A, alle fonti di finanziamento tradizionali possiamo aggiungere campagne di equity o lending crowdfunding.
L’equity crowdfunding può essere molto efficace quando:
- la startup ha una sterke gemeenschap (clienti affezionati, rete di stakeholder attiva);
- serve un’operazione di marketing territoriale o settoriale per spingere la crescita in un nuovo mercato;
- si vuole affiancare alla raccolta istituzionale un percorso di naamsbekendheid più ampio;
- si vogliono sfruttare le metriche realizzate fin qui per raggiungere un più vasto pubblico di investitori.
Il lending crowdfunding può diventare, invece, una leva complementare alle altre fonti di finanziamento, molto efficace per:
- finanziare progetti specifici (nuovi macchinari, ampliamento della produzione, attività commerciali mirate, ma anche campagne marketing massicce);
- gestire il fabbisogno di capitale circolante senza ricorrere alla banca;
- lavorare con uno strumento meno diluitivo rispetto all’equity.
Round B, C e successivi: scale-up e maturità
Quando una startup raggiunge i round B, C e successivi, è ormai diventata una opschaling: ha un modello di business validato, metriche solide, ricavi significativi e un team strutturato. In questa fase l’obiettivo diventa conquistare quote di mercato, espandersi all’estero, investire in tecnologia, aprire nuove linee di prodotti o servizi e, in alcuni casi, preparare la strada verso una futura exit o quotazione.
Gli obiettivi tipici di queste fasi includono:
- Internationalisering: ingresso in nuovi mercati, apertura di nuove filiali, acquisizione di clienti enterprise.
- Acquisizioni strategiche: comprare startup o società complementari per accelerare la crescita.
- Nuove linee di prodotto: espandere l’offerta per aumentare il valore medio per cliente e rafforzare la posizione competitiva.
- Efficienza operativa: investire in tecnologia e automazione per gestire volumi maggiori.
- Leadership di mercato: consolidare il brand rispetto ai competitor.
Chi investe nelle fasi B, C e successive
In queste fasi entrano attori istituzionali e globali:
- Venture Capital late-stage con ticket molto più elevati.
- Fondi internazionali di private equity orientati a scale-up ad alta crescita.
- Sovereign funds e grandi istituzioni finanziarie, soprattutto per settori tecnologici strategici.
- Corporate VC con obiettivi di acquisizione o integrazione tecnologica.
- Debito strutturato e strumenti ibridi (venture debt, convertible loan).
Si tratta di investitori o finanziatori che richiedono governance evoluta, performance misurabili e roadmap di espansione molto aggressive.
Crowdfunding nelle fasi di crescita avanzate
Il crowdfunding resta uno strumento utile anche quando la startup è in fase di scale-up, ma cambia funzione.
Nelle fasi avanzate l’equity crowdfunding non serve tanto per reperire risorse rilevanti, quanto per obiettivi strategici:
- rafforzare la gemeenschap di clienti che diventano anche investitori e ambasciatori del marchio;
- sostenere una campagna di naamsbekendheid in nuovi mercati;
- coinvolgere stakeholder locali quando si entra in nuovi territori;
- comunicare trasparenza e solidità, sfruttando la campagna come strumento reputazionale;
- porre le basi per la quotazione in Borsa, con il crowdfunding lijst.
Nelle fasi B, C e oltre, il lending crowdfunding diventa particolarmente efficace perché permette di finanziare iniziative specifiche o rispondere alle esigenze di momenti critici senza cedere ulteriore equity.
È utile per:
- finanziare progetti operativi (produzione, logistica, nuove linee di business, ampliamenti);
- coprire capitale circolante necessario per la crescita;
- avvicinarsi al debito in modo più accessibile rispetto alle banche tradizionali;
- coinvolgere la community offrendo uno strumento semplice, a breve termine e con rendimento chiaro.
Questa panoramica aiuta a comprendere come la diversificazione delle fonti di finanziamento sia il modo più efficace di sostenere economicamente la crescita di un’azienda sul lungo termine. Gli strumenti alternativi come il crowdfunding permettono di ampliare questa diversificazione e aggiungere valore alla semplice ricerca di finanziamenti.
Come scegliere la fonte di finanziamento più adatta
Scegliere la fonte di capitale giusta non è mai una decisione puramente finanziaria: dipende dallo stadio di sviluppo del prodotto, dagli obiettivi di crescita e dal tipo di competenze o supporto che la startup vuole ottenere. Ogni strumento – crowdfunding, finanza agevolata, business angel, VC e private equity – offre vantaggi specifici, ma diventa efficace solo se utilizzato nel momento corretto.
Il primo criterio è la maturità del prodotto:
- Idea o prototipazione: ottimi strumenti flessibili come SFP, contributi a fondo perduto e reward crowdfunding per testare l’interesse reale, utile valutare la possibilità di appoggiarsi ad acceleratori e startup studio.
- Primo prodotto sul mercato: equity crowdfunding e business angel per finanziare lo sviluppo commerciale.
- Crescita e scalabilità: venture capital e co-investimenti più strutturati.
- Progetti operativi o sviluppo incrementale: fondi di investimento, prestiti, lending crowdfunding come fonte di debito accessibile e non diluitiva.
La logica è semplice: più è acerbo il prodotto, più serve capitale “paziente” e strumenti leggeri; più è maturo, più si può accedere a fonti strutturate.
In secondo luogo, occorre considerare che il capitale non è tutto uguale. Alcuni investitori portano valore soprattutto in termini di knowhow e rete:
- Business angel: ottimi nelle fasi iniziali per mentorship e supporto strategico.
- Acceleratori: combinano capitale e servizi operativi.
- Venture capital: portano struttura, governance, processi di crescita.
- Crowdfunding equity: offre slim geld perché mette in contatto l’azienda con decine o centinaia di persone del target, che sono potenziali clienti e spesso ricche di competenze utili.
Capire se la startup ha più bisogno di capitale, competenze o visibilità aiuta a scegliere.
Le esigenze cambiano anche in base all’ambizione del progetto:
- Espansione graduale: equity crowdfunding e lending sono strumenti flessibili, rapidi e orientati alla creazione di un seguito, sebbene portino finanziamenti mediamente più bassi rispetto agli strumenti tradizionali.
- Crescita molto aggressiva: i VC sono indispensabili per capitali più elevati e network internazionali.
- Progetti specifici: il lending crowdfunding e i prestiti permettono di finanziare attività mirate in modo più semplice e senza cedere quote.
- Mercati consumer: l’equity e il reward crowdfunding uniscono raccolta di capitale, marketing e costruzione di una community di clienti fidelizzati.
- Mercati B2B complessi: investitori professionali e corporate VC possono offrire accesso commerciale e partnership strategiche.
La scelta ottimale spesso prevede una combinazione di strumenti, perché una startup cresce per step e ogni step richiede capitali e competenze diverse. A fare la differenza, infatti, non è solo la scelta della fonte di finanziamento, ma la capacità di costruire una strategia coerente.
Heb je ondersteuning nodig bij het voorbereiden van een succesvolle crowdfundingcampagne en het zoeken naar potentiële investeerders voor je project?
Turbo Crowd kan je tijdens het hele proces begeleiden, van de organisatie van de pre-crowd tot de afsluiting van de inzameling, en effectieve en innovatieve marketingstrategieën ontwikkelen om je campagne op de best mogelijke manier te promoten.
