Crowdlisting: what it is and how it works for listing on the stock exchange

crowdlisting

La quotazione in Borsa è un passaggio importante per un’azienda, ma non deve essere necessariamente una prerogativa delle grandi corporate: con il Crowdlisting diventa alla portata anche di startup e PMI e apre nuove strade d’accesso al mercato dei capitali.

Questo nuovo strumento della finanza alternativa è nato nel 2021 e sta prendendo piede pian piano, contando finora poche realtà fra quelle che lo hanno sperimentato, ma riscuotendo grande successo.

Comunemente, quando si pensa alla quotazione in Borsa, si pensa ad aziende con una certa storicità e fatturati con tantissimi zeri, perché la quotazione ha dei costi molto elevati. Ma non è questo il target di cui stiamo parlando. Il Crowdlisting, infatti, abbatte questi costi e rende accessibili i benefici della quotazione a startup e PMI.

I vantaggi della quotazione in Borsa

Perché una startup o una PMI dovrebbero pensare a qualcosa di lontano come la quotazione in Borsa? Ecco una serie di motivi per cui considerarla invece una possibilità vicina:

  • maggiore visibilità sul mercato
  • migliore reputazione della società
  • maggiore liquidità delle quote
  • quantificazione precisa in tempo reale del valore delle quote
  • accesso a una più ampia platea di investitori
  • necessità di strutturare una governance professionale.

Startup e PMI spesso hanno il problema di avere come unica fonte di credito la banca o soggetti simili, e l’eccessiva dipendenza dal credito bancario le rende più vulnerabili in caso di congiunture economiche negative. La diversificazione delle fonti di credito mette al riparo da questo rischio. La finanza alternativa ha messo a disposizione delle imprese tanti nuovi strumenti per il reperimento di capitale, come le diverse tipologie di crowdfunding.

Uno dei principali problemi del crowdfunding percepito dagli investitori, però, è la scarsa liquidità dell’investimento, per l’assenza di un mercato secondario vero e proprio su cui scambiare gli strumenti acquistati e gli alti costi notarili di trasferimento dei titoli. Questo problema viene in parte mitigato dalle cosiddette “bacheche elettroniche” che alcune piattaforme hanno messo a disposizione per lo scambio di strumenti acquistati in crowdfunding: sono ancora poche, ma il Regolamento UE sul Crowdfunding prevede anche una maggiore implementazione di questa risorsa.

Oltre a questa possibilità, anche l’associazione degli strumenti finanziari digitali al crowdfunding tramite la tokenizzazione e le varie procedure di collocamento relative offrono l’opportunità di acquistare strumenti più facilmente liquidabili.

La quotazione in Borsa, però, rimane ancora la via per eccellenza per rendere più liquidi i titoli, che diventano così fortemente più appetibili per gli investitori. Aumentano, infatti, la solidità percepita della società e la possibilità di attrarre non solo un maggior numero di investitori, ma più investitori più grandi: gli investitori istituzionali non possono investire in una società le cui quote non hanno un valore preciso e quantificabile in tempo reale, devono infatti sapere sempre il valore del proprio investimento.

Crowdlisting: l’alternativa alla IPO

Visti tutti i vantaggi, perché non ci sono schiere di società che ogni giorno si quotano in Borsa nel tempo libero? Perché ovviamente è un processo piuttosto costoso e rischioso.

L’operazione preliminare per poter accedere alla quotazione in Borsa, infatti, è la IPO, ovvero Initial Public Offering: è la procedura di collocamento delle azioni presso il pubblico che avviene tramite i cosiddetti “roadshow”, incontri con i potenziali investitori per la presentazione dell’offerta. Si tratta di un lavoro lungo e costoso, senza alcuna certezza di successo, perché il fallimento di una IPO può dipendere anche da fattori che esulano dal controllo della società, come congiunture economiche negative. 

Il Crowdlisting riduce questo fisiologico rischio di mercato separando la fase di raccolta di capitale dalla fase di listing, cioè la quotazione delle azioni e l’inserimento nel listino per la compravendita. Utilizzando una campagna di equity crowdfunding per replicare la IPO, realizza un nuovo modello di direct listing (sul mercato Euronext, il più comune finora, o su altri mercati regolamentati).

Non solo i rischi si riducono, ma anche i tempi e, soprattutto, i costi: una quotazione in Borsa con IPO tradizionale costa alla società in media tra i 500.000 e i 700.000€, mentre con il Crowdlisting bastano tra i 60.000 e i 100.000€.

Crowdlisting: come funziona

Per fare una campagna di Crowdlisting è necessario fare richiesta a una delle piattaforme di crowdfunding che offrono questo servizio. La piattaforma valuterà l’idoneità della società alla quotazione in Borsa, verificandone prospettive, assetto di governance, statuto e ogni altro aspetto necessario a garantire stabilità e trasparenza dell’operazione a tutti i player interessati. Se ritenuta idonea, la società potrà procedere.

Con il Crowdlisting la raccolta di capitale con il collocamento di quote viene fatta, anziché tramite una IPO, tramite una campagna di equity crowdfunding, senza la necessità di rispettare determinate finestre di mercato per lo svolgimento dell’operazione. 

Una campagna di equity crowdfunding che ha molti boost in più rispetto a quelle tradizionali: la prospettiva di acquistare una quota destinata a diventare un’azione quotata su un mercato regolamentato nel breve termine attira più facilmente i potenziali investitori, così come il fatto di conoscere in anticipo il valore di quotazione di quelle azioni.

Solo in seguito si procede direttamente al listing delle azioni della società: a quel punto la società ha già il documento di valutazione aziendale, ha già stabilito il pricing delle azioni, perché è lo stesso delle quote collocate in equity crowdfunding, quindi ha la certezza sulle dimensioni quantitative della raccolta e ha già fatto l’aumento di capitale.

Alla raccolta di capitale si sovrappone perciò il disbrigo di alcuni adempimenti legali e burocratici indispensabili, ottimizzando i tempi dell’operazione.

La società può quindi presentarsi rapidamente al Listing Sponsor per la domanda di ammissione delle azioni sul mercato borsistico prescelto, con dati e documenti precisi. Segue, quindi, la verifica del progetto di quotazione da parte del Listing Sponsor insieme ai gestori del mercato. In circa 6 mesi dall’inizio delle operazioni, in questo modo, una società può realizzare la propria quotazione in Borsa.

Un esempio di Crowdlisting

Cesynt Advanced Solutions, società proprietaria della piattaforma di elearning iSkilled, è stata una dei pionieri del Crowdlisting. Dopo una prima campagna di crowdfunding finalizzata a raccogliere capitali, la società è cresciuta e ha maturato la volontà e l’esigenza di aprirsi a una raccolta di capitali costante da parte di una platea di investitori più ampia e più qualificata. 

Ha svolto quindi una seconda campagna di equity crowdfunding finalizzata alla quotazione in Borsa, avvenuta il 23 novembre 2020 sul mercato Euronext.

Questa strategia rispecchia l’idea della raccolta di capitali sistematica come asset aziendale, che Turbo Crowd promuove come chiave per una crescita continua e competitiva di una società. Equity crowdfunding e Crowdlisting sono solo due dei 7 pilastri della raccolta di capitali da mixare nel modo giusto per creare la ricetta di finanziamento perfetta su misura per ogni realtà.

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