- Dove possono quotarsi le startup in Italia
- Requisiti di ammissione a Euronext Growth Advisor
- Costi, tempi e incentivi
- Quando ha senso quotarsi in Borsa per una startup
- Quando non conviene (ancora) quotarsi per una startup
- Come si fa: il percorso operativo step-by-step
- Crowdfunding listing: dall’equity crowdfunding alla quotazione
L’accesso alla Borsa rappresenta un obiettivo ambizioso per un’azienda: l’accesso a capitali significativi, la possibilità di rafforzare la credibilità sul mercato e di aumentare la visibilità verso investitori e partner. Ma la quotazione non è un passaggio obbligato né sempre conveniente: richiede maturità aziendale, solidità finanziaria e una chiara strategia di crescita.
In Italia, il segmento di Borsa Italiana Euronext Growth Milan ha reso più accessibile la quotazione per PMI e startup in fase avanzata, con requisiti meno stringenti rispetto ai mercati regolamentati tradizionali. Tuttavia, i costi, gli obblighi di trasparenza e la gestione di una base più ampia di investitori possono risultare impegnativi per realtà ancora giovani.
In questo articolo analizzeremo quali opportunità offre la quotazione in Borsa a una startup e capiremo quando ha senso considerarla come opzione all’interno del percorso di una società giovane. Offriremo, inoltre, una breve sintesi dei passaggi da seguire per quotarsi in Borsa e scopriremo un’opportunità alternativa: il listing tramite crowdfunding.
Dove possono quotarsi le startup in Italia
In Italia il principale mercato azionario a cui una startup può guardare è Euronext Growth Milan (EGM).
Euronext Growth Milan (EGM) è il mercato dedicato alle PMI dinamiche e innovative, spesso utilizzato da scaleup e startup in fase di espansione. Offre requisiti di ammissione più snelli rispetto al mercato regolamentato e non richiede la pubblicazione di un prospetto approvato da Consob se non si effettua un’offerta al pubblico di azioni. In alternativa, è sufficiente predisporre un Admission Document, un documento informativo redatto con il supporto dell’Euronext Growth Advisor (un consulente chiave che supporta l’azienda sia durante la fase di ammissione al mercato che per tutta la permanenza come società quotata).
Borsa Italiana ha pensato questo segmento specializzato riconoscendo le specificità e le esigenze delle aziende più piccole e ad alta potenzialità di crescita. Creando un ambiente su misura che abbassa significativamente la barriera d’ingresso per le startup rispetto ai mercati principali, ha reso la quotazione un’opzione più fattibile e meno intimidatoria.
Da EGM è comunque possibile, una volta maturate dimensioni adeguate, effettuare il passaggio al mercato regolamentato standard (Euronext Milan). Le recenti modifiche normative europee, con il Listing Act, hanno introdotto procedure semplificate per questi passaggi, così da agevolare le imprese che crescono e intendono affrontare un percorso di quotazione più strutturato.
All’interno di EGM, esiste inoltre un Segmento Professionale appositamente concepito per le società che desiderano un accesso più graduale al mercato. Questo segmento è particolarmente adatto a start-up e scale-up che hanno avviato la commercializzazione di prodotti o servizi da meno di un anno e che devono ancora strutturare funzioni e processi strategici fondamentali per il loro modello di business.
Il Segmento Professionale consente operazioni di “just listing”, ideali per società che non hanno immediate necessità di raccolta di capitali, ma che mirano ad aumentare la propria visibilità presso gli investitori o a posizionarsi strategicamente in attesa di condizioni di mercato più favorevoli prima di procedere con un’offerta di azioni. Le negoziazioni in questo segmento sono accessibili esclusivamente agli investitori professionali, e non è richiesta la presenza di uno Specialista.
Il Segmento Professionale di EGM può essere considerato una “sandbox” per la quotazione. Le aziende possono testare il terreno dello scrutinio pubblico, costruire relazioni con gli investitori e adattare le proprie strutture interne alle esigenze di una società quotata, senza la piena pressione di un’IPO.
Questo approccio graduale riduce significativamente il rischio del processo di quotazione per le aziende nascenti, consentendo loro di maturare in un ambiente pubblico. Fornisce un percorso strutturato per le startup per ottenere visibilità sul mercato e costruire la fiducia degli investitori prima di impegnarsi in una raccolta di capitali completa, aumentando potenzialmente il tasso di successo delle IPO successive.
Requisiti di ammissione a Euronext Growth Advisor
Per una startup che valuta la quotazione in Borsa, è fondamentale comprendere quali siano i requisiti richiesti dai diversi mercati. I requisiti per l’ammissione su Euronext Growth Milan sono stati pensati per essere meno onerosi rispetto al mercato principale, mantenendo al contempo un livello di trasparenza e governance adeguato.
- Euronext Growth Advisor (EGA): figura obbligatoria che accompagna la società nel percorso di ammissione e garantisce la correttezza delle informazioni.
- Admission Document: documento informativo sostitutivo del prospetto, con focus su business model, dati finanziari, governance e rischi. Tra i documenti, deve esserci almeno un bilancio certificato.
- Governance e procedure: obbligo di dotarsi di sistemi di controllo interni e procedure adeguate, anche se semplificati rispetto al mercato regolamentato. È richiesto un Consiglio di Amministrazione (CDA) con almeno un amministratore indipendente per le società che si quotano tramite IPO. Non è invece previsto un requisito formale per la presenza di un Comitato di controllo e rischi.
- Lingua e comunicazione: le informazioni devono essere diffuse al mercato in italiano o inglese.
- Free float minimo: è richiesto che una quota del capitale sia diffusa sul mercato per garantire la liquidità del titolo, in particolare è necessario un minimo del 10% del capitale sociale come flottante (le aziende inserite nel Segmento Professionale hanno due anni di tempo per raggiungere questo livello di flottante).
- Specialista: un intermediario incaricato di sostenere la liquidità del titolo una volta ammesso alle negoziazioni.
- Trasparenza e reportistica: le società quotate su EGM devono rispettare gli obblighi informativi previsti dal Regolamento Euronext Growth Milan e dal Regolamento MAR (Market Abuse Regulation).
Un aspetto importante riguarda le offerte al pubblico di azioni: oggi in Italia è prevista l’esenzione dalla pubblicazione del prospetto fino a 8 milioni di euro raccolti. Questo può rendere l’EGM particolarmente interessante per le startup che puntano a una raccolta più contenuta e rapida.
L’offerta è principalmente rivolta a investitori istituzionali, ma è consentita anche la partecipazione di investitori retail per offerte inferiori a 8 milioni di euro.
Costi, tempi e incentivi
La quotazione in Borsa impone costi e tempistiche importanti. Per una startup, valutare attentamente questi oneri è essenziale per capire se l’operazione è sostenibile e in linea con gli obiettivi di crescita.
Costi
Le principali voci riguardano:
- i compensi dei consulenti (Euronext Growth Advisor o sponsor, studi legali, revisori);
- le attività di comunicazione e investor relations, fondamentali per costruire fiducia nel mercato;
- le fee di ammissione e mantenimento richieste dal mercato azionario scelto.
I costi complessivi di quotazione oscillano in media tra 200.000 e 500.000 euro, inclusi i compensi per l’Euronext Growth Advisor, consulenti legali, revisori e attività di comunicazione.
A queste spese iniziali si aggiungono i costi annuali di mantenimento della quotazione (fee di listing, obblighi di comunicazione e investor relations).
Tempi
Il percorso può richiedere da sei mesi fino a oltre un anno, a seconda della complessità dell’operazione, della prontezza della società in termini di governance e reporting e della rapidità con cui vengono completate le verifiche richieste.
Incentivi
Per sostenere le PMI e le startup che intraprendono questo percorso, in Italia esistono misure come il Bonus IPO, un credito d’imposta che copre parte delle spese di consulenza sostenute per la quotazione. Questo strumento rappresenta un aiuto concreto per ridurre l’impatto economico dell’operazione e incentivare l’accesso al mercato dei capitali.
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Quando ha senso quotarsi in Borsa per una startup
Non tutte le startup sono pronte o adatte a sostenere un percorso di quotazione. La Borsa diventa un’opportunità quando l’azienda ha raggiunto una fase di crescita in cui il capitale privato tradizionale (venture capital, business angel, round di equity crowdfunding) non è più sufficiente a sostenere l’espansione.
Le situazioni in cui la quotazione può avere senso sono:
- Espansione internazionale: la raccolta di capitali serve a finanziare l’ingresso in nuovi mercati o lo sviluppo di una rete commerciale all’estero.
- Consolidamento della governance: la startup dispone già di procedure di controllo, bilanci certificati e una struttura manageriale in grado di affrontare gli obblighi di trasparenza.
- Employer branding e reputazione: la quotazione rafforza l’immagine della società, rendendola più attrattiva per talenti, partner e investitori istituzionali.
- Operazioni straordinarie: avere azioni quotate consente di utilizzarle come “moneta” per acquisizioni e partnership strategiche.
Sebbene una startup non possa avere la maturità finanziaria e la solidità di una PMI o di una grande impresa, che sono la base ideale per la quotazione in Borsa, può adottare altri criteri per capire se sia il momento giusto:
- Chiarezza della strategia di crescita
- Posizionamento competitivo nel settore di riferimento e struttura manageriale valida
- Ricavi e marginalità in crescita
- Struttura finanziaria robusta
- Mercato favorevole in generale e per il settore in cui opera l’azienda.
In altre parole, la Borsa diventa uno strumento utile non solo per raccogliere capitali, ma anche per crescere come azienda, attrarre nuovi stakeholder e consolidare il proprio posizionamento competitivo, perché rende l’azienda più appetibile per gli investitori e dà accesso a:
- Aumento di visibilità, credibilità e prestigio aziendale
- Raccolta di capitale agevole
- Attrazione e fidelizzazione di talenti (es. stock option)
- Liquidità dei titoli
- Valutazione di mercato continua e trasparenza
Inoltre, la Borsa agisce come un meccanismo di disciplina e miglioramento della governance. La valutazione continua del mercato e il requisito di trasparenza e reportistica regolare impongono un significativo livello di disciplina all’azienda. Questo controllo esterno costringe il management a essere più responsabile, a aderire alle migliori pratiche di governance e a fornire costantemente risultati. Questo è un beneficio sottile ma potente, in quanto può portare a efficienze operative interne e a una struttura aziendale più forte e resiliente.
Oltre al capitale, la quotazione, quindi, agisce come un catalizzatore per la trasformazione interna, spingendo le startup verso una maggiore maturità e professionalità, elementi critici per la sostenibilità e la competitività a lungo termine.
Quando non conviene (ancora) quotarsi per una startup
Se da un lato la quotazione può rappresentare un acceleratore di crescita, dall’altro in molti casi può rivelarsi prematura o addirittura controproducente.
Ecco alcune situazioni in cui è meglio rimandare:
- Ricavi instabili o troppo ridotti: se il modello di business non genera ancora flussi di cassa costanti e prevedibili, il mercato tenderà a valutare la società come troppo rischiosa.
- Assenza di controlli e procedure interne: senza un sistema di reporting finanziario affidabile, la gestione degli obblighi di trasparenza rischia di diventare ingestibile.
- Burn rate elevato: una startup che consuma più capitale di quanto riesce a raccogliere, senza una chiara traiettoria di break-even, difficilmente convince gli investitori pubblici.
- Costi ricorrenti e oneri di compliance: la vita da quotata comporta spese annuali non trascurabili per comunicazione finanziaria, consulenti e governance.
- Liquidità del titolo: con un flottante troppo limitato, le azioni rischiano di avere pochi scambi e quindi di risultare poco appetibili.
In questi casi, può essere preferibile continuare a finanziare la crescita tramite round privati di venture capital, business angel, minibond o equity crowdfunding, rinviando la quotazione a una fase di maggiore maturità.
Bisogna considerare, inoltre, che la quotazione in Borsa conduce a un trade-off critico: sebbene fornisca accesso a capitali significativi, comporta un costo in termini di riduzione dell’autonomia e aumento della pressione del mercato a breve termine. Per una startup, l’agilità e una visione a lungo termine sono spesso fondamentali. La necessità di soddisfare i risultati trimestrali e di gestire le relazioni con gli investitori può distogliere risorse e il focus strategico dall’innovazione principale e dalla creazione di valore a lungo termine.
Come si fa: il percorso operativo step-by-step
La quotazione in Borsa è un percorso lungo e complesso, che impone pratiche burocratiche, ma anche elementi di strategia, e presenta un margine d’incertezza. Per una startup, ma anche per un’azienda consolidata, è importante avere una roadmap chiara e figure consulenziali di supporto specializzate.
Ecco i passaggi principali.
- IPO readiness: analisi preliminare per valutare se la società è pronta, dalla struttura societaria ai bilanci, dalla governance alle procedure di controllo.
- Team di consulenti: scelta dei partner chiave, Euronext Growth Advisor o sponsor, studio legale, revisore, specialist di mercato e consulenti per la comunicazione finanziaria.
- Equity story – definizione del racconto che verrà presentato agli investitori: modello di business, vantaggio competitivo, KPI di crescita, utilizzo dei fondi raccolti.
- Due diligence e documentazione: predisposizione dell’Admission Document (per EGM) o del prospetto informativo approvato da Consob (per EXM), oltre alle verifiche su bilanci e contratti.
- Adeguamenti di governance: revisione dello statuto e implementazione di procedure interne per rispettare gli obblighi post-quotazione.
- Struttura dell’operazione: definizione della modalità di collocamento (IPO con raccolta di capitali o direct listing), del flottante minimo e del prezzo delle azioni.
- Early-look meetings: incontri individuali con investitori target selezionati per sondare l’interesse iniziale del mercato ed eventualmente aggiustare il progetto IPO o, se il feedback non è favorevole, di ritirarsi dal processo senza impegni finanziari significativi.
- Pre-Deal Investor Education (PDIE): gli analisti di ricerca distribuiscono report pre-deal agli investitori istituzionali chiave. Durante questa fase, si raccolgono feedback dagli investitori per affinare ulteriormente il prezzo e la presentazione in vista del roadshow.
- Roadshow: una serie intensiva di incontri con investitori istituzionali e giornalisti. L’obiettivo principale è generare domanda per le azioni e comunicare direttamente la visione e la strategia dell’azienda.
- Bookbuilding: il Bookrunner apre il libro ordini raccogliendo richieste con quantità e prezzo (o entro una forchetta di prezzo).
- Definizione del prezzo delle azioni: il prezzo finale delle azioni viene stabilito in base al feedback raccolto dagli investitori durante le fasi precedenti.
- Collocamento e ammissione: il processo di collocamento delle azioni sul mercato. Una volta completato con successo il collocamento, l’azienda è ufficialmente quotata e le sue azioni iniziano a essere negoziate.
- Gestione ordinaria – gestione continuativa di obblighi informativi, calendario finanziario e relazioni con il mercato.
Ogni fase richiede coordinamento e spesso avanza in parallelo, con il supporto costante di advisor e consulenti.
Crowdfunding listing: dall’equity crowdfunding alla quotazione
Una strada alternativa per le startup italiane è il crowdfunding listing, un modello che unisce equity crowdfunding e quotazione in Borsa.
In pratica, l’azienda avvia una campagna di equity crowdfunding, raccogliendo capitali da una platea diffusa di investitori e costruendo al tempo stesso una base di azionisti già validata dal mercato. Successivamente, con il supporto di un listing sponsor, le azioni collocate vengono ammesse alle negoziazioni su un mercato come l’Euronext Growth Milan.
A differenza delle IPO tradizionali, dove la raccolta di capitale e la quotazione sono fuse in un’unica operazione complessa, nel crowdfunding listing queste fasi sono separate. Questo permette alla società di costruire una base azionaria più ampia e diversificata attraverso il crowdfunding in modo più veloce ed economico.
I vantaggi principali sono:
- Validazione del prezzo e del progetto: la campagna di crowdfunding funziona da test sul mercato, permettendo di definire un valore riconosciuto dagli investitori.
- Tempo di quotazione ridotto: avere già una base di soci diffusi e documentazione preparata abbrevia i passaggi verso il listino, perché consente di tagliare il roadshow.
- Strategia di liquidità chiara: per gli investitori, il crowdlisting offre una chiara strategia di liquidità, poiché acquistano titoli che saranno negoziabili in un orizzonte di breve termine.
- Trasparenza del prezzo: il prezzo dei titoli è chiaro, pubblico e non subisce variazioni dalla campagna di equity crowdfunding alla fase di quotazione, offrendo maggiore certezza agli investitori.
- Accesso a un’ampia base di investitori: l’equity crowdfunding consente alle società di raggiungere un vasto pubblico di investitori, inclusi i piccoli investitori retail.
- Comunicazione integrata: come tutte le campagne di equity crowdfunding, la campagna di crowdfunding finalizzata al listing diventa allo stesso tempo un’operazione di raccolta capitali e di marketing, aumentando la visibilità della società.
Esempi italiani non mancano. CleanBnB, specializzata in property management per affitti brevi, è approdata su Euronext Growth Milan dopo aver raccolto capitali attraverso una campagna di equity crowdfunding. Anche CrowdFundMe, portale autorizzato Consob, ha scelto la stessa strada, diventando la prima piattaforma di equity crowdfunding a quotarsi in Borsa.
Il crowdfunding listing non sostituisce l’IPO tradizionale, ma può rappresentare una corsia preferenziale per startup con una community solida e una strategia di crescita chiara.
La quotazione in Borsa, quindi, è un traguardo possibile non solo per le aziende mature, ma anche per le startup, tuttavia non è una scelta da affrontare con leggerezza. Rappresenta un passaggio di grande visibilità e prestigio, ma allo stesso tempo impone costi, regole e responsabilità che non tutte le imprese sono pronte a sostenere.
Per una startup, decidere di quotarsi ha senso quando il modello di business è validato, i conti sono sotto controllo e gli obiettivi di crescita richiedono capitali e visibilità difficilmente raggiungibili con strumenti alternativi. In altri casi, è più prudente proseguire con round privati o ricorrere a strumenti flessibili come l’equity crowdfunding.
In definitiva, quotarsi non è mai un fine in sé, ma uno strumento. Il punto di partenza deve essere sempre la strategia di crescita dell’impresa: solo quando obiettivi e requisiti si incontrano, la Borsa può diventare la leva decisiva per scalare il mercato.
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