Il mercato del crowdfunding in Spagna è uno dei più dinamici e maturi del Sud Europa, insieme a quello francese. In Spagna ancor più che negli altri Paesi, la predominanza del real estate crowdfunding è netta, con tante piattaforme specializzate che oggi lavorano sia entro i confini nazionali, sia all’estero.
L’irrigidimento dell’accesso al credito bancario negli ultimi dieci anni ha favorito lo sviluppo del crowdfunding in questo Paese, dove si registra solo lievemente, per ora, il calo che l’ultimo report del Politecnico di Milano ha evidenziato per l’Italia.
Gli operatori spagnoli manifestano una buona apertura all’innovazione tecnologica, con alcune sperimentazioni in ambito tokenizzazione da osservare con attenzione.
In questo articolo, come già fatto per Francia e Stati Uniti, raccontiamo il crowdfunding in Spagna dalle origini a oggi, analizzando numeri, attori e tendenze.
Un po’ di storia: le origini del crowdfunding in Spagna
Il crowdfunding in Spagna ha iniziato a svilupparsi all’inizio degli anni 2010, inizialmente al di fuori di un quadro normativo dedicato, come nel resto d’Europa. Le prime piattaforme di rilievo nacquero nel 2010 in ambito donation e reward: anche questa radice è comune, non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti, perché queste sono le modalità più semplici di raccolta fondi, che non necessitano di una specifica regolamentazione.
Nei primi anni, l’ecosistema è cresciuto rapidamente in termini di numero di piattaforme e progetti finanziati: già nel 2014 la Spagna contava circa 50 piattaforme attive, con un aumento del +114% nei volumi raccolti rispetto all’anno precedente. Tuttavia, in questa fase iniziale mancava ancora una regolamentazione specifica per le piattaforme di investimento, il che limitava le iniziative di equity e lending crowdfunding.
Una svolta fondamentale si è avuta con la prima normativa sul crowdfunding in Spagna. Il 28 febbraio 2014 il governo presentò un disegno di legge ad hoc, sfociato nell’approvazione della Ley de Fomento de la Financiación Empresarial. Questa legge – entrata in vigore a metà 2015 – ha istituito le Plataformas de Financiación Participativa (PFP) come strumenti di disintermediazione finanziaria online sotto la supervisione della Comisión Nacional del Mercado de Valores (CNMV), delineando regole precise per il crowdfunding equity e lending (lasciando invece fuori dall’obbligo di autorizzazione le piattaforme donation e reward).
Dal punto di vista di mercato, l’entrata in vigore della legge nel 2015 ha dato impulso alla nascita di nuove piattaforme di crowdinvesting e ha infuso fiducia negli investitori, favorendo la crescita del settore. Già nel 2016 si sono registrati i primi importanti casi di successo, con un forte aumento dei volumi in alcuni segmenti – da subito, per esempio, il crowdfunding immobiliare, che proprio a partire dal 2016-2017 ha iniziato a espandersi rapidamente grazie a piattaforme dedicate esclusivamente al real estate.
Negli anni successivi, il mercato spagnolo del crowdfunding ha continuato a crescere e maturare. Entro il 2018-2019 si contavano stabilmente circa 40 piattaforme operative per i soli equity e lending, segno che il settore aveva raggiunto una certa stabilità strutturale. In questo periodo si è costituita l’Asociación Española de Crowdfunding, che riunisce decine di piattaforme e ha promosso un codice di buone pratiche per tutelare investitori e società offerenti.
Dal punto di vista tecnologico, due fattori hanno favorito la diffusione del crowdfunding in Spagna durante gli anni 2010: il miglioramento della sicurezza dei pagamenti online e il boom dei social media, che hanno permesso di raggiungere e coinvolgere ampie comunità di utenti via Internet.
Alcuni traguardi di mercato segnano la cronologia recente. Nel 2019 il crowdfunding immobiliare in Spagna raggiunse per la prima volta circa 40 milioni di euro raccolti in un anno, un livello mai toccato prima in quel segmento. L’anno seguente, il 2020, ha visto un temporaneo rallentamento a causa della pandemia di Covid-19, ma la frenata è stata di breve durata. Già nel 2021 il mercato è tornato a espandersi vigorosamente (sospinto di nuovo dall’immobiliare e dall’equity), e nel 2022 ha compiuto un vero salto di scala grazie anche all’uniformazione normativa europea.
La normativa sul crowdfunding in Spagna prima del regolamento ECSP
Come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente, in Spagna la normativa sul crowdfunding prima dell’entrata in vigore del regolamento ECSP si basava sulla Ley 5/2015.
Il pubblico era suddiviso in investitori acreditados (professionali) e no acreditatos (retail o non professionali): questa suddivisione anticipava quella del regolamento europeo attuale in investitori sofisticati e non sofisticati.
La regolamentazione iniziale poneva come limite di raccolta 2 milioni di euro all’anno, estendibile a 5 milioni solo nel caso di offerte rivolte solo a investitori accreditati. Dal punto di vista della tutela degli investitori, la legge prevedeva la necessità di proteggere gli utenti attraverso restrizioni sui massimali di investimento per limitare l’esposizione al rischio: gli investitori non professionali potevano investire massimo €3.000 per singolo progetto e non più di €10.000 all’anno per piattaforma
I tetti di raccolta, in particolare il limite di 2 milioni di euro per le offerte pubbliche, limitavano la capacità delle piattaforme di finanziare PMI che richiedevano capitali più consistenti per le fasi di crescita più avanzate: si pensi che in Italia il limite prima del regolamento ECSP arrivava fino a 8 milioni di euro all’anno.
La legge Crea y Crece nel 2022 ha recepito il regolamento ECSP in Spagna e introdotto la dicitura PSFP (Proveedor de Servicios de Financiación Participativa) a sostituzione di quella PFP.
Le piattaforme spagnole
In Spagna, come in molti Paesi, il processo selettivo per la nuova autorizzazione a operare con passaporto europeo secondo il regolamento ECSP ha agito come filtro di qualità: solo gli operatori dotati di strutture di governance e gestione del rischio adeguate e di una sufficiente solidità finanziaria sono rimasti sul mercato.
Nel 2022 le piattaforme attive erano 43. Oggi, sono 27 le piattaforme autorizzate, che si sono distinte per la rapidità di adeguamento rispetto, per esempio, alle piattaforme italiane.
Vediamo un elenco delle più note:
- Urbanitae (immobiliare)
- Housers (immobiliare)
- Civislend (immobiliare)
- Dozen (equity)
- Fellow Funders (equity)
- Capital Cell (equity bio&healthtech)
- MyTripleA (lending)
- Colectual (lending)
- EvenFi (equity e lending, sede in Italia).
In Spagna è forte la specializzazione verticale delle piattaforme su singoli settori economici: questa scelta si rivela vincente perché da un lato attira società offerenti con esigenze chiare, dall’altro offre agli investitori una curatela più focalizzata delle opportunità, rafforzando l’affidabilità percepita delle offerte.
Le dimensioni del mercato del crowdfunding in Spagna
In Spagna il comparto del crowdfunding che raccoglie più capitale è real estate sia lending sia equity. I dati più aggiornati disponibili sono quelli del 2023, ma purtroppo per il settore immobiliare non sono suddivisi per tipologia di raccolta (equity o lending).
Dopo i circa 200 milioni di raccolta del 2019, rimasti stabili o leggermente in calo durante la pandemia, nel 2023 il mercato spagnolo del crowdfunding ha raggiunto complessivamente circa 380 milioni di euro, in crescita del +26% rispetto al 2022. Di questo totale, ben il 58% proviene dal solo crowdfunding immobiliare, che nel 2023 ha raccolto circa 220 milioni di euro.
Il real estate crowdfunding in Spagna, peraltro, continua a crescere a tassi superiori al +50% annuo.
La raccolta annua equity generalista è passata da circa 6 milioni nel 2016 a oltre 77 milioni nel 2022, con un aumento di +1168% in sei anni, ma si registra un lieve calo nel 2023 (-7% circa). Parallelamente è cresciuto il volume di raccolta medio delle campagne: ciò riflette il fatto che le campagne sono mediamente più grandi e c’è una maggiore selezione dei progetti da parte delle piattaforme, segnale di maturità del mercato. A corroborare questa impressione si aggiunge anche il fatto che il numero totale delle campagne, invece, è diminuito: le piattaforme stanno proponendo meno progetti ma più solidi, e gli investitori impegnano somme maggiori per campagna.
Anche il lending crowdfunding generalista è in calo in Spagna negli ultimi anni, perché è schiacciato dalle campagne lending immobiliari.
Il reward crowdfunding, infine, nel 2023 ha raccolto all’incirca 25,4 milioni € (in linea con l’anno precedente).
Questa ripartizione evidenzia il forte peso del settore lending immobiliare nel panorama spagnolo, seguito dall’equity, mentre reward e donation restano segmenti più piccoli ma comunque attivi.
Non sono ancora disponibili dati ufficiali e definitivi sul 2024, ma le tendenze indicano un ulteriore balzo del mercato. In particolare, il crowdfunding immobiliare continua la sua crescita esplosiva: tra gennaio e agosto 2024 il volume finanziato nel real estate crowdfunding in Spagna è aumentato del 71% su base annua. La previsione è quella di un totale di raccolta di 400 milioni per il 2024: per avere un ordine di grandezza, l’Italia nello stesso anno ha raccolto circa 260 milioni di euro.
Offerenti e investitori
Le società offerenti nel crowdfunding spagnolo sono per lo più startup early stage nel comparto equity e PMI consolidate nel comparto lending. Nell’equity crowdfunding prevalgono settori ad alto tasso di innovazione (biotech, energia, mobilità), mentre nel lending crowdfunding si registrano elevate presenze dei settori agroalimentare, energia e manifattura, oltre che ovviamente l’immobiliare.
Gli investitori in crowdfunding in Spagna sono prevalentemente non professionali. Il profilo tipico è quello di un investitore uomo, di età compresa tra i 36 e i 55 anni, di istruzione medio-alta. Sono in crescita, però, gli investitori nelle fasce d’età più giovani e tra le donne. La concentrazione geografica più alta di investitori si registra nella regione della capitale Madrid e in Catalogna, che coprono oltre il 50% dei volumi. Un dato interessante (tratto da un sondaggio della piattaforma spagnola Colectual) è che oltre la metà degli investitori usa più di una piattaforma, tra quelli che fanno investimenti ricorrenti (in ambito lending crowdfunding).
Trend e prospettive per il futuro del crowdfunding in Spagna
La Spagna punta a correre per avvicinarsi ai volumi di raccolta importanti della Francia e sembra avere al momento tutte le carte in tavola per superare i 500 milioni di raccolta annua.
Le tendenze che possiamo individuare attualmente nel mercato del crowdfunding spagnolo e che plasmeranno il futuro della finanza alternativa in questo Paese sono:
- Verticalizzazione continua delle piattaforme
- Fusioni, acquisizioni e partnership tra player
- Rafforzamento della selezione dei progetti
- Integrazione con soggetti della finanza tradizionale (banche, fondi ecc.)
- Internazionalizzazione
- Integrazione della tecnologia blockchain nell’operatività del crowdfunding
- Crescita della sperimentazione in ambito tokenizzazione.
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