Per molte le PMI e le startup italiane il crowdfunding è diventato uno strumento strategico per raccogliere capitali senza dover ricorrere esclusivamente al credito bancario o agli investitori tradizionali. Tuttavia, il mercato domestico presenta limiti strutturali: dimensioni ridotte e investitori meno abituati alla finanza alternativa.
Guardare oltre i confini nazionali può, quindi, offrire un vantaggio competitivo concreto. In diversi Paesi europei – come Francia, Spagna e Paesi Bassi – il crowdfunding è ormai una parte consolidata dell’ecosistema finanziario. Qui gli investitori sono più propensi a sostenere imprese tramite piattaforme digitali, e la regolamentazione comunitaria (Regolamento ECSP) ha reso più semplice operare in modo transnazionale, con un’unica autorizzazione valida in tutta l’Unione europea.
Per un’azienda di qualsiasi Paese, avviare una campagna di crowdfunding all’estero non significa solo ampliare la base di investitori: è anche un modo per testare nuovi mercati, aumentare la notorietà del brand e posizionarsi come impresa internazionale. Fare crowdfunding all’estero diventa parte di una strategia più ampia di internazionalizzazione e crescita sostenibile.
Perché guardare ai mercati esteri del crowdfunding
Scegliere di fare crowdfunding all’estero non è solo una questione di visibilità, ma di efficienza finanziaria. In molti Paesi europei il mercato della finanza alternativa è più sviluppato rispetto all’Italia: per esempio, i Paesi Bassi hanno un mercato da oltre 1 miliardo di euro all’anno e la Francia raggiunge i 2 miliardi, contro i meno di 300 milioni dell’Italia. Questo significa maggiore disponibilità di capitali, investitori più esperti e piattaforme più attive nel sostenere progetti internazionali.
Per una PMI italiana, accedere a questi mercati significa:
- raggiungere una platea di investitori più ampia e con una cultura finanziaria più evoluta;
- inserirsi in ecosistemi digitali strutturati con ampie possibilità di networking.
Il crowdfunding estero, quindi, può diventare una leva per diversificare le fonti di finanziamento, riducendo la dipendenza da canali tradizionali e ampliando la base di stakeholder.
Crowdfunding e internazionalizzazione del business
Una campagna cross-border può essere anche un banco di prova per l’internazionalizzazione. Questo vale non solo per le aziende italiane, ma per qualsiasi azienda europea. L’avvio di una raccolta di capitali in un mercato estero consente infatti di:
- testare l’interesse di nuovi segmenti di clienti e partner;
- valutare la percezione del prodotto o del brand all’estero;
- costruire una rete di contatti commerciali e investitori locali.
Inoltre, per le aziende che già esportano o che godono di una certa notorietà fuori dal proprio Paese, il crowdfunding internazionale è un’occasione per consolidare la reputazione e trasformare la propria community di clienti in investitori.
I vantaggi del crowdfunding all’estero
Fare crowdfunding all’estero può significare due cose:
- Lanciare una campagna su una piattaforma domestica e indirizzare gli sforzi di marketing sia verso il pubblico del proprio Paese, sia verso un pubblico europeo
- Lanciare una campagna su una piattaforma estera per coinvolgere primariamente o unicamente il pubblico locale e/o in seconda istanza il pubblico domestico di riferimento.
In entrambi i casi, si può accedere ad alcuni importanti vantaggi.
Accesso a un bacino più ampio e preparato di investitori
Uno dei principali motivi per cui un’azienda può valutare una campagna di crowdfunding all’estero è la possibilità di rivolgersi a un mercato degli investitori più ampio e maturo. Questo vale, per esempio, per le aziende italiane.
In molti Paesi europei, il crowdfunding è ormai parte integrante dell’ecosistema finanziario e dell’investment culture locale. Gli investitori, sia sofisticati sia non sofisticati, sono più propensi a destinare una quota del proprio portafoglio a strumenti di finanza alternativa, come l’equity o il lending crowdfunding, riconoscendone il potenziale di rendimento e diversificazione.
Per un’impresa italiana, in particolare, questo significa poter raggiungere una base di investitori più numerosa e più attratta da progetti innovativi. A ciò va aggiunta l’attrattiva di settori di eccellenza del Made in Italy come tecnologia, design, agroalimentare o farmaceutico.
Inoltre, l’apertura a investitori di più Paesi può migliorare la distribuzione del rischio e ridurre la dipendenza dal mercato domestico e dal canale bancario.
Visibilità e reputazione internazionale del brand
Una campagna di crowdfunding internazionale ha anche una funzione di marketing e posizionamento.
Pubblicare il proprio progetto su piattaforme europee di rilievo consente di ottenere una visibilità organica presso community di investitori e media internazionali, oltre a generare interesse commerciale nei mercati target.
Per le aziende che già operano all’estero, questa visibilità rafforza la credibilità del brand: la campagna diventa un segnale di solidità e dinamismo. Per quelle che si affacciano per la prima volta a un contesto internazionale, rappresenta invece un’occasione per farsi conoscere, testare la risposta del pubblico e avviare contatti utili con potenziali distributori, partner e clienti.
Armonizzazione normativa e Regolamento ECSP
Dal novembre 2021 è pienamente operativo il Regolamento (UE) 2020/1503 – ECSPR (European Crowdfunding Service Providers Regulation), che ha introdotto un sistema unico di autorizzazione europea per gli operatori di crowdfunding.
Una piattaforma autorizzata in uno Stato membro può offrire i propri servizi in tutti gli altri Paesi dell’Unione senza bisogno di nuove licenze.
Per le aziende, questo si traduce in:
- maggiore facilità nell’organizzare campagne cross-border;
- un quadro di regole armonizzate sulla trasparenza, l’informativa agli investitori e la gestione dei fondi, compresa una documentazione valida per tutti i Paesi;
- una maggiore tutela per tutte le parti coinvolte.
L’ECSPR rappresenta quindi un importante passo avanti verso un mercato unico della finanza alternativa, semplificando l’accesso al capitale per le imprese europee che vogliono crescere fuori dai confini nazionali.
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Le sfide e i rischi del crowdfunding internazionale
- Differenze normative e fiscali tra Paesi
Avviare una campagna di crowdfunding all’estero implica un’attenta valutazione del contesto normativo.
Nonostante il Regolamento europeo ECSP abbia introdotto un quadro comune per gli operatori, restano possibili alcune differenze significative nella fiscalità, nelle procedure di due diligence e nella tutela degli investitori.
Per esempio:
- i vantaggi fiscali per gli investitori (come le detrazioni o i crediti d’imposta) variano da Paese a Paese e non sempre sono accessibili a soggetti non residenti;
- le procedure di verifica antiriciclaggio possono differire per tempi e requisiti documentali;
- alcuni ordinamenti richiedono la pubblicazione di prospetti informativi aggiuntivi o la traduzione certificata dei materiali promozionali.
Prima di lanciare una campagna internazionale, è quindi indispensabile un affiancamento legale e fiscale specializzato, per verificare l’impatto delle regole locali e predisporre una documentazione conforme alle normative di tutti i mercati coinvolti.
- Aspetti linguistici, culturali e di comunicazione
Per fare crowdfunding all’estero è fondamentale non sottovalutare l’adattamento del messaggio al pubblico target.
Ogni mercato ha codici linguistici, sensibilità e abitudini di investimento differenti. Per esempio, gli investitori di una determinata area geografica possono privilegiare la chiarezza dei dati finanziari e il potenziale di exit, mentre altri possono essere più attenti alla sostenibilità o all’impatto sociale del progetto.
Per questo motivo, la comunicazione per il crowdfunding deve essere:
- multilingue e culturalmente mirata, evitando traduzioni letterali e valorizzando gli elementi di attrattività per ciascun Paese;
- coerente tra i canali ed eventualmente differenziata in base al pubblico, se il target è multiplo;
- supportata da un piano di relazioni pubbliche capace di attivare media e influencer locali nel settore di riferimento.
L’obiettivo è trasmettere fiducia e credibilità, rendendo il progetto comprensibile e attraente anche per chi non conosce direttamente l’azienda o il contesto d’origine.
- Costi aggiuntivi e complessità operativa
Una campagna cross-border richiede un impegno organizzativo leggermente superiore rispetto a una raccolta nazionale, che può tradursi in maggiori costi. Ricordiamo, però, che anche una campagna di crowdfunding entro i confini nazionali ha un costo di marketing da considerare.
Le principali voci di costo aggiuntivo possono riguardare:
- traduzione e localizzazione dei materiali di campagna (video, pitch, business plan, investor deck);
- servizi legali e fiscali transnazionali;
- attività di marketing digitale e relazioni internazionali, a volte da pianificare con professionisti locali.
Per questo è consigliabile:
- definire un budget realistico che includa tutti i costi diretti e indiretti;
- selezionare piattaforme che offrano supporto operativo multilingue;
- predisporre un team interno o esterno o misto dedicato alla gestione del progetto, con ruoli chiari e timeline definite.
Una pianificazione accurata consente di evitare errori operativi e di trasformare la campagna internazionale in un reale strumento di crescita, anziché renderla un peso per il business ordinario.
Come fare crowdfunding all’estero
Il Regolamento ECSP, come abbiamo già detto, ha introdotto per la prima volta un quadro giuridico unico per i servizi di crowdfunding in Europa. Prima della sua entrata in vigore, ogni Stato membro aveva regole proprie: questo rendeva complesso per un’impresa italiana raccogliere capitali in altri Paesi europei.
Oggi, grazie all’ECSPR, una piattaforma autorizzata da una singola autorità nazionale (come Consob e Banca d’Italia per l’Italia) può operare liberamente in tutti gli Stati membri attraverso il cosiddetto passaporto europeo.
Per le aziende, questo si traduce in diversi vantaggi operativi:
- è possibile lanciare una campagna rivolta a investitori di più Paesi con un solo intermediario e una documentazione uniforme;
- gli obblighi di trasparenza e rendicontazione sono standardizzati, semplificando la conformità;
- gli investitori beneficiano di un livello di tutela omogeneo, condizione che aumenta la fiducia nelle operazioni cross-border.
L’ECSPR consente di raccogliere fino a 5 milioni di euro all’anno per progetto su base europea.
- Selezionare la piattaforma giusta
La scelta della piattaforma è un passaggio cruciale per la riuscita della campagna.
Per scegliere una piattaforma autorizzata e conforme, è possibile consultare il registro ufficiale pubblicato dall’ESMA (European Securities and Markets Authority).
Sebbene la normativa europea uniformi gli standard di trasparenza, ogni piattaforma ha caratteristiche specifiche in termini di target di investitori, settori preferiti, modalità di promozione e strumenti digitali.
Per individuare la piattaforma più adatta, un’impresa dovrebbe valutare:
- la presenza geografica e linguistica del pubblico di riferimento;
- i settori di cui la piattaforma si occupa, se è specialistica;
- i servizi di supporto offerti;
- la trasparenza sulle commissioni e sulla gestione post-campagna.
Una selezione accurata permette di allineare obiettivi finanziari, profilo aziendale, target e aspettative di visibilità, evitando dispersioni di risorse.
- Strategie operative per una campagna cross-border
Una volta scelta la piattaforma, la campagna deve essere pianificata come un vero e proprio progetto di espansione internazionale. I principi base sono gli stessi delle campagne di crowdfunding domestiche:
- considerare la campagna come un’operazione di marketing
- puntare soprattutto al target di clienti e potenziali tali (espandendosi a partner e fornitori in seconda battuta)
- offrire reward (per equity e reward crowdfunding, meno rilevante per il lending).
Le imprese che ottengono i risultati migliori seguono alcune buone pratiche comuni:
- Pianificazione anticipata: la preparazione può richiedere diversi mesi. È utile stabilire una timeline precisa che includa produzione dei materiali, validazione legale e precrowd.
- Storytelling multilingue: la narrazione del progetto deve essere tradotta e adattata, non solo linguisticamente ma anche nei riferimenti culturali, mettendo in evidenza elementi riconoscibili dal pubblico europeo selezionato.
- Investor relations costanti: rispondere con tempestività alle domande, creare un canale di contatto diretto con i potenziali investitori e fornire aggiornamenti periodici aumenta la fiducia e la partecipazione.
- Comunicazione digitale coordinata: la campagna di crowdfunding deve essere integrata con azioni su social media, eventuali media di settore e newsletter mirate ai mercati in cui si vuole penetrare.
Infine, una gestione attenta del post-campagna è essenziale: mantenere il dialogo con gli investitori, condividere risultati e milestone consolida la reputazione dell’impresa e apre la strada a future raccolte o partnership commerciali.
Fare crowdfunding all’estero: un’opportunità per chi?
Fare crowdfunding all’estero è un’opportunità che offre particolare potenziale soprattutto ad alcuni tipi di aziende. Quali?
- Startup e PMI innovative
Il crowdfunding internazionale è particolarmente indicato per le startup e le PMI innovative che hanno una proposta di valore unica, meglio se hanno già validato il proprio modello di business nel mercato domestico.
Gli investitori europei possono più facilmente essere interessati a progetti che presentano:
- un chiaro vantaggio competitivo;
- una tecnologia proprietaria o un prodotto distintivo;
- un piano di sviluppo con potenziale di scalabilità a livello europeo.
Un’azienda italiana che propone un prodotto o un servizio distintivo e innovativo, magari in settori nei quali il Made in Italy gode di particolare prestigio oppure in ambito tecnologico, può trovare all’estero un pubblico di investitori in cerca di occasioni ad alto potenziale.
- Aziende con prodotti scalabili o già presenti all’estero
Le imprese che hanno già avviato un percorso di internazionalizzazione commerciale possono trarre grande vantaggio dal crowdfunding cross-border.
In questi casi, la campagna diventa un modo per:
- rafforzare la presenza nei mercati in cui il brand è già conosciuto, convertendo clienti e partner in investitori;
- misurare l’interesse di nuovi mercati prima di affrontare investimenti diretti in filiali o punti vendita;
- amplificare la visibilità del marchio favorendo l’occasione di concludere nuovi accordi di distribuzione, collaborazioni industriali o l’accesso a nuovi canali di finanziamento istituzionale.
- Imprese con progetti di sostenibilità
Un’altra categoria di aziende per cui il crowdfunding all’estero può risultare particolarmente efficace è quella delle imprese orientate alla sostenibilità ambientale e sociale.
Questi temi sono trasversali a livello globale e gli investitori europei mostrano una significativa attenzione ai progetti che combinano ritorno economico e valore ambientale o sociale.
Eurocrowd sta sostenendo presso le istituzioni europee la necessità di integrare il crowdfunding nelle politiche di finanziamento della crescita sostenibile europea, sottolineando il potenziale di questo strumento per la sua capacità di coinvolgere i cittadini nel supporto alla transizione ecologica.
Sebbene molti progetti di sostenibilità siano strettamente legati a un determinato territorio, le imprese che si dedicano allo sviluppo di tecnologie innovative per la produzione e lo stoccaggio di energia pulita, per la mobilità sostenibile, per l’agricoltura o per l’efficientamento edilizio possono proporsi all’estero se rientrano nelle seguenti condizioni:
- operano in settori trasversali;
- propongono modelli replicabili o adattabili a diversi contesti;
- possono dimostrare metriche di impatto misurabili.
In Europa non mancano numerose piattaforme autorizzate ECSPR che si sono specializzate proprio nell’impact investing.
Fare crowdfunding all’estero, in conclusione, è un’opzione da considerare per accrescere la propria competitività mentre contemporaneamente si raccolgono capitali. Turbo Crowd offre la propria consulenza marketing completa anche per le campagne di crowdfunding all’estero.
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