Quanti tipi di crowdfunding esistono?

tipi di crowdfunding

Dall’introduzione del crowdfunding in Italia a oggi si sono differenziati tanti tipi di crowdfunding diversi, se ne sono aggiunti alcuni che prima non esistevano grazie allo sviluppo della normativa e altri si sono specializzati in ambiti imprenditoriali specifici. Conoscere tutti i tipi di crowdfunding a disposizione delle startup e delle PMI e le loro caratteristiche è il primo passo per capire quale sia il più adatto alle esigenze della propria attività o idea di business.

Il crowdfunding ha fatto la sua prima, timida comparsa in Italia già nel 2005, seppure solo in forma amatoriale, con la storica piattaforma Produzioni dal Basso, attiva ancora oggi. Solo dopo che il fenomeno aveva preso piede negli Stati Uniti, a partire dagli anni Dieci del Duemila ha iniziato ad affermarsi anche nel nostro Paese in modo più strutturato.

I tipi di crowdfunding protagonisti di questa affermazione furono reward crowdfunding e donation crowdfunding, sulla scia del successo di piattaforme americane come Kickstarter che permettevano di finanziare lo sviluppo di nuovi prodotti, acquistandoli in anticipo rispetto al lancio sul mercato, o anche di fare donazioni per progetti benefici. Parallelamente, ma più lentamente, partiva la sperimentazione delle prime forme di lending crowdfunding, agli inizi noto solo come “social lending”, un prestito “sociale”, cioè raccolto da tante persone qualsiasi sul web: la prima tipologia di crowdfunding che prevedeva un ritorno economico per i partecipanti alla campagna, grazie agli interessi sul prestito.

A partire dal 2012 entra nel mondo del crowdfunding italiano l’equity crowdfunding, che introduce un coinvolgimento senza precedenti degli utenti nei progetti che finanziano: oltre che investitori che si attendono un ritorno economico, coloro che partecipano a una campagna di equity crowdfunding diventano soci dell’impresa che ha lanciato la campagna. Questo determina un più elevato livello di rischio dell’investimento ed effetti importanti nella struttura delle società proponenti, attirando l’attenzione delle autorità finanziarie italiane.

Si arriva così a una svolta: nel 2013 Consob elabora il primo regolamento ufficiale per l’equity crowdfunding a livello europeo, finalizzato a tutelare gli investitori e a normare piattaforme e società. È con le modifiche apportate a questo regolamento che nel 2019 ai tipi di crowdfunding elencati finora si è aggiunto il debt crowdfunding, che consente il collocamento di obbligazioni e titoli di debito tramite campagne di crowdfunding.

Lending crowdfunding, equity crowdfunding e debt crowdfunding si distinguono da reward e donation perché prevedono una remunerazione del capitale dei partecipanti alle campagne: si parla perciò di crowdinvesting.

Vediamo ora nel dettaglio ciascuno dei tipi di crowdfunding esistenti.

Donation crowdfunding

È il modello di crowdfunding basato sul coinvolgimento emotivo, morale ed empatico dei partecipanti, chiamati a sostenere una causa sociale, etica, ambientale ecc. senza ricevere alcuna ricompensa materiale in cambio. Talvolta è prevista una ricompensa simbolica, come il nome dei donatori pubblicato su libri, siti web o targhe, e di solito i promotori di campagne di donation crowdfunding sono organizzazioni no-profit o similari.

Reward crowdfunding

Il reward crowdfunding prevede la raccolta di risorse economiche per lo sviluppo di un progetto che offre in cambio ai sostenitori un premio (reward): di solito il progetto consiste nella creazione di un nuovo prodotto e il premio è il prodotto stesso, che i sostenitori ricevono in anteprima rispetto al lancio sul mercato, oppure a condizioni agevolate o in versione esclusiva e limitata. Le possibili configurazioni del reward sono pressoché infinite.

Lending crowdfunding

Il lending crowdfunding ha avuto diversi nomi: da “social lending” a “peer-to-peer lending” al più usato oggi che è quello che adottiamo in questo articolo. Il concetto, però, è sempre lo stesso: una raccolta di capitale online attraverso un prestito fornito da tante persone fisiche diverse anziché da una banca. Viene meno quindi il rapporto gerarchico tra chi presta e chi riceve: è un prestito da pari a pari (peer-to-peer). Man mano che si è diffuso come strumento per le imprese e non solo per progetti individuali, ha visto estendersi la platea di investitori anche a persone giuridiche.

Come per il prestito bancario, la restituzione del capitale raccolto in lending crowdfunding comprende anche il pagamento di interessi a scadenze regolari secondo un tasso prestabilito. Per questo, per poter lanciare una campagna di lending crowdfunding, è necessario dimostrare la propria capacità di sostenere e ripagare il debito.

Equity crowdfunding

L’equity crowdfunding offre alle startup e alle PMI la possibilità di vendere quote di partecipazione per raccogliere capitali. Chi partecipa alle campagne di equity crowdfunding diventa socio della startup o PMI che decide di finanziare, acquisendone una quota proporzionale al capitale investito. Il ritorno economico dell’investimento arriverà principalmente dalla distribuzione degli utili (che nel caso delle startup non può avvenire prima di 5 anni dalla costituzione della società), dalla vendita della società oppure dalla vendita delle quote.

Debt crowdfunding

Ultimo arrivato fra tutti i tipi di crowdfunding, consente a PMI quotate o non quotate di collocare titoli di debito (obbligazioni, bond, minibond ecc.) attraverso una campagna di crowdfunding rivolta principalmente a investitori professionali, ma anche ad alcune categorie di investitori retail. Agli investitori che acquistato questi titoli la società riconosce un tasso di interesse, erogato con cedole periodiche, oltre al rimborso del capitale alla scadenza del titolo.

Tipi di crowdfunding: quale scegliere?

Ognuno dei tipi di crowdfunding elencati ha delle specificità che aiutano a scegliere quello più adatto alla propria situazione.

Tralasciando il donation crowdfunding, che riguarda soprattutto realtà no-profit, la tipologia di più facile attribuzione è il reward crowdfunding: è la strada ideale per le imprese che vendono prodotti fisici e hanno bisogno di risorse per la realizzazione o la promozione di novità oppure per ampliare il proprio mercato. Questo non significa che il reward crowdfunding in assoluto non sia una strada percorribile per chi si occupa di servizi o prodotti digitali, può essere utile lo stesso ma più complesso da applicare.

Il lending crowdfunding è una scelta molto valida per chi ha bisogno di risorse in breve tempo per un obiettivo preciso, perché le campagne sono generalmente più veloci rispetto a quelle equity e richiedono meno adempimenti burocratici; è aperto a tutte le categorie di società, non solo startup e PMI, e si è affermato soprattutto come strumento finanziario a supporto dei progetti immobiliari.

L’equity crowdfunding, invece, è particolarmente adatto alle startup e alle PMI che vogliono raccogliere consistenti risorse economiche per piani di sviluppo a medio-lungo termine.

Il debt crowdfunding, infine, è riservato a imprese in una fase più avanzata del percorso di crescita, cioè solo alle PMI, anche non quotate, con una buona struttura di governance interna ed eventualmente la prospettiva di quotarsi sul mercato in futuro.

Si tratta di indicazioni generali desunte sia dalla normativa vigente (che subirà qualche cambiamento con il Regolamento UE sul crowdfunding), sia dalle tendenze in atto, ma ogni società deve poi valutare quale percorso scegliere in base alle proprie specificità ed esigenze.

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