Coin e token: le nuove frontiere del crowdfunding

Coin e token

Quando si parla di crowdfunding ci si riferisce di solito solo ad equity, lending, reward e donation. Eppure, oltre alle tipologie “classiche”  di crowdfunding (termine che significa letteralmente “raccogliere fondi da più persone”), negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede nuove modalità di raccolta di capitali che prevedono lo scambio di coin e token, ovvero di asset virtuali. In questo articolo vediamo insieme cosa sono i coin e i token, in cosa si differenziano e perché dovresti prenderli in considerazione per la tua raccolta di capitali.

Differenza tra coin e token

Iniziamo subito con una precisazione importante: coin e token sono due cose ben diverse. 

Il coin è una criptovaluta, ovvero una moneta di scambio – esattamente come l’euro – con cui comprare beni di ogni tipo (tra cui anche token); la differenza è che non esiste una forma “fisica”, ma solo digitale.

La compravendita di coin (categoria nella quale rientrano i celebri Bitcoin, di cui avrai sicuramente già sentito parlare) si sviluppa su tecnologia Blockchain. Si tratta essenzialmente un archivio digitale condiviso e decentralizzato, consultabile da chiunque faccia parte della “rete”, strutturato in blocchi. Ogni blocco contiene informazioni crittografate: ciò significa che, una volta che le informazioni vengono registrate all’interno della Blockchain, queste non possono essere modificate o alterate.

I token, invece, sono rappresentazioni di risorse (o asset) materiali o immateriali, fungibili e negoziabili. Al contrario dei coin, i token non hanno una propria Blockchain, ma operano su piattaforme dedicate e non rappresentano necessariamente una moneta (per quello, ci sono già i coin!). 

È possibile comprare ed effettuare scambi sia con i coin che con i token. Ciò che li differenzia sono le azioni che, in quanto strumenti finanziari, possono compiere: il coin è a tutti gli effetti una moneta con una propria valuta; il token, invece, è da considerarsi più simile a un voucher o a un coupon, ed è utilizzabile solamente in un dato “spazio” o “circuito”.

Utility e Security Token

I token si suddividono in due categorie: utility e security.

Gli utility token sono al servizio di uno scopo specifico (ad esempio la possibilità di essere utilizzati su una piattaforma per ottenere in cambio un determinato servizio) e non sono necessariamente correlati all’azienda che li immette sul mercato.

I security token, chiamati anche “investment token” o “equity token”, sono invece necessariamente legati alla società che li emette, di cui possono rappresentare una quota o altro.

Le raccolte di capitali basate sui token

Le raccolte di capitali che prevedono lo scambio di token rappresentano l’evoluzione delle metodologie di raccolta fondi nel settore fintech e sono destinate ad acquisire un ruolo sempre più importante.

Esistono diverse modalità di raccolta  basate sui token: con le ICO (Initial Coin Offering), le IEO (Initial Exchange Offering) e le IDO (Initial DEX Offering) si scambiano utility token, mentre con le STO (Security Token Offering) si scambiano security token

Come accade con il crowdfunding classico, tali operazioni richiedono l’utilizzo piattaforma abilitante. Tuttavia, nel caso di ICO, IEO, IDO e STO – raccolte che avvengono tramite Blockchain – non c’è bisogno di un ente terzo che processi il pagamento (banche, carte di credito ecc.), dato che è la stessa Blockchain, per sua natura, a validare le informazioni.

Vediamo, più nel dettaglio, le caratteristiche di ogni tipologia di raccolta.

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ICO (Initial Coin Offering)

Nata nel 2013, la ICO è una pratica di raccolta fondi per progetti blockchain, in cui i token vengono offerti agli investitori prima che siano quotati sul mercato più ampio, come quello dei derivati.

Per strutturare propriamente una ICO è consigliabile:

  • verificare che il tua business sia adeguato per una ICO;
  • avere un prodotto “coerente” con la raccolta ICO stessa;
  • creare un token, ovvero un asset di cui il tuo business ha bisogno per sopravvivere.
  • conoscere alla perfezione tutti gli aspetti normativi correlati, rivolgendosi a professionisti del settore;
  • redigere un whitepaper accurato, che permetta ai potenziali investitori di farsi un’idea precisa del tuo progetto;
  • sviluppare una community intorno al tuo progetto.

IEO (Initial Exchange Offering)

La IEO fa la sua apparizione nel 2019 e si posiziona a un livello superiore rispetto alla ICO per mediazione e regolamentazione. Una Initial Exchange Offering (IEO), infatti, è una vendita di token “supervisionata” da un exchange di criptovaluta. Per estrema semplificazione, un exchange non è altro che un ulteriore strumento finanziario connesso al mondo cripto, volto a tutelare gli scambi e gli acquisti di criptovalute stesse. 

Il vantaggio, rispetto alla ICO, è dato dalla presenza di una piattaforma – l’exchange, appunto  – che permette di scambiare agevolmente i propri token con altre persone, risolvendo il problema legato alla necessità di reperire interlocutori interessati.

Lo svantaggio è che la presenza di un exchange centralizzato comporta la rinuncia a uno degli aspetti primari del mondo token: la decentralizzazione.

IDO (Initial Dex Offering)

La IDO  (dove Dex sta per “decentralized Exchange”) debutta poco dopo la IEO, nel giugno del 2019, attraverso il progetto Raven Protocol.

Rispetto alla cugina “exchange”, la IDO garantisce un maggior controllo dei fondi, la possibilità di effettuare la quotazione direttamente dalla piattaforma di raccolta e la cancellazione della fee di scambio che era richiesta dalla piattaforma stessa.

La grande differenza rispetto alle precedenti tipologie di raccolta è che nelle IDO i token  possono essere quotati immediatamente su un exchange decentralizzato (mentre nelle ICO vengono venduti prima della quotazione). Ciò consente ai nuovi progetti di coinvolgere direttamente una comunità di investimento decentralizzata, senza necessità di intermediari. Si tratta di un plus che rende questa tipologia di raccolta molto più in linea con il peer-to-peer della rete e tende a massimizzare le potenzialità di una raccolta crowd. 

In pratica, la IDO unisce il meglio delle due tipologie di raccolta precedenti: è facile da lanciare (come una ICO) e semplifica il processo di rivendita dei token (come una IEO), potendo però fare affidamento su un exchange decentralizzato.

STO (Security Token Offering)

Le Security Token Offering sono la più recente invenzione in ambito fintech. 

L’obiettivo di queste raccolte è la tokenizzazione di asset materiali e immateriali, che consentano all’acquirente di possedere legalmente un bene, acquistato – ovviamente – attraverso coin o moneta fiat (euro, dollaro ecc.). 

In altre parole, una STO è un contratto riguardante un investimento che rappresenta la proprietà legale di un bene fisico o digitale, che è stato verificato sulla blockchain.

Le STO si basano su una rigida regolamentazione e hanno un processo di costruzione degli asset molto lungo. In particolare, le imprese che vogliono emettere security token devono seguire un rigido iter di controlli, normative e protocolli. Inoltre, sia l’azienda che immette Security Token via blockchain, sia coloro che vogliono investire devono dimostrare di avere i requisiti necessari e in linea con la SEC (Security Exchange Commission).

Queste pratiche, benché “scomode”, garantiscono solidità e sicurezza e riducono in modo “naturale” i tentativi di truffa, i cosiddetti scam.

I security token risultano quindi più “sicuri” rispetto agli utility in quanto, a differenza di questi, non si muovono su processi di vendita basati sulla fiducia (spesso preda di truffatori), ma sono basati su una precisa regolamentazione che tutela sia gli investitori che la parte offerente.

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